(M. Evangelisti) – Quando teneva la palla alzata per sorvolare i dossi del campo in terra, come fanno i ragazzini brasiliani sulle dune delle spiagge, i suoi amici gli dicevano: ma chi credi di essere, Gervinho? […] Ha scoperto quanto un nome nuovo e una tecnica nuova potessero venirgli utili allorché lo ha visto e preso l’Accademia di Abidjan, fonte di conoscenza per tutti i giovani calciatori della Costa d’Avorio. D’altronde il sobborgo dov’è nato, Anyama, ha una squadra che si chiama Rio. Il Brasile lì non è solo terra del destino, deportazione e altri dei. E’ anche e soprattutto visione calcistica del mondo.
E’ quel Gervinho di un paio d’anni fa che il tecnico ora alla Roma ricorda e ha voluto. Quello che è andato a giocare in Inghilterra, all’Arsenal, si fa ricordare per una lunga squalifica da gioco becero e poco altro. Diciamo così: uno che ha segnato 83 gol e ha servito 64 assist in 321 partite non è scarso. Sono belle cifre soprattutto per un attaccante laterale […]. A Lilla […] Gervinho ha segnato 15 volte in 35 partite e ha fornito 11 assist […]. Questo perché Garcia gli chiedeva frenesia e spostamento. In Inghilterra gli chiedevano disciplina e mantenimento della posizione. Gervinho ha perso prima l’equilibrio, poi la serenità e infine la salute. Fisica, non mentale. Gli si è piegata una caviglia.
SCALATORE – Adesso all’Arsenal lo consideravano un ottimo giocatore da ruotare, cioè non uno di quelli che giocano sempre e comunque […]. I compagni della Nazionale ivoriana hanno votato per eleggere i più della squadra: il più talentuoso, il più intelligente, il più carismatico, il più spiritoso. Lui è arrivato primo in due categorie: è il più veloce e il più brutto [….]