(L. Ferrajolo) – Le altre si sono quasi tutte svelate. E non è stato un trionfo, più ombre che bagliori. La Roma, invece, a dieci giorni dal via, è tutta da scoprire, un po’ perché le sue esibizioni americane sono state oscurate e un po’ perché Garcia aspetta ancora Gervinho e magari di capire se avrà Osvaldo o chissà chi al suo posto.
Dalle cronache sapide e puntuali di Marco Evangelisti abbiamo però intuito che Roma ci aspetta, o comunque Garcia sta preparando. Gran possesso palla, rapido e non di stampo sudamericano, molto più equilibrio in campo di quanto se ne vedesse con Zeman, personalità e cuore del gioco a centrocampo, incursioni degli esterni, elasticità nell’interpretare ogni ruolo. (…)
E’ una caratteristica fondamentale che la Roma raramente ha avuto negli ultimi anni e che invece appartiene alle squadre di livello. Servono piedi buoni ma soprattutto testa, personalità e carattere. Che la Roma ci sia riuscita per un tempo con il Chelsea è un buon segno, ma che nella ripresa sia naufragata, dimostra come il processo sia lungo e non ancora completato.
Inoltre nel 4-3-3 di base dobbiamo aspettarci un tridente con Lamela, Totti e Gervinho. Questa scelta è persino prioritaria rispetto a quelle di mercato: che resti o parta Osvaldo, che resti o parta Borriello o comunque che arrivi un altro, compresa la suggestione-Eto’o, sembra di capire che un centravanti vero, in partenza, non sia previsto. Naturalmente non lo può essere Totti, che interpreta il ruolo sublimemente ma a suo modo: Totti è un direttore d’orchestra, non un solista. (…)
E’ giusto, anzi indispensabile, che la squadra trovi quell’equilibrio che le è mancato e che impari a difendersi meglio, subendo meno. Però siamo sicuri che un tridente senza Osvaldo (o senza Destro) e con Gervinho al suo posto garantisca i gol necessari? E Lamela saprà ripetersi, vista la frenatina nel finale dell’ultima stagione? Potranno i centrocampisti colmare questo eventuale deficit di gol? (…)