(A. Pugliese) – La Boston di Pallotta gira un po’ tutto intorno al North End, la Little Italy bostoniana, uno spicchio di case rosse e ristoranti che ha un’atmosfera che ti ruba il cuore appena te la trovi davanti, entrando da Hanover Street. È il quartiere dove è cresciuto e dove vivono ancora le sue sorelle, anche se non più ad Endicot Street. Ma è anche il quartiere dove girano tutti gli altri suoi interessi, dalla nuova location del ristorante Nebo agli uffici dellaRaptor Group. E lì di fronte, a meno di cinque minuti di macchina, c’è anche il Boston Garden, la casa dei Celtics, il grande amore di James. Tutto raccolto nel cuore marittimo di Boston.
Anima e cuore James, evidentemente, è legato anima e cuore a quei posti. A Endicot Street sembra di stare in una piccola Napoli o in un angolo di Sicilia, è un viavai di dialetti del sud mischiati allo slang americano.«James? Lo ricordo, è cresciuto proprio qui», dice una signora avellinese, in attesa dal parrucchiere. Appunto, cresciuto. E poi volato altrove, anche se sempre a un passo dal North End. La Raptor ha gli uffici a Congress Street, Nebo ora è ad Atlantic Avenue, con il Boston Harbour a fare da cartolina virtuale per ogni possibile trattativa (a proposito, ieri mini-vertice Sabatini-Baldissoni-Zanzi a Harvard). «Il presidente? Lui è il mio problema, viene qui e non paga mai», dice scherzando Carla, una delle due sorelle (l’altra è Christine) che gestiscono il ristorante. Nebo è una sorta di quartier generale notturno, e sabato sera ci ha portato tutta la Roma (con il ristorante chiuso al pubblico). Lui è nato proprio da quelle parti e lì ha lasciato il cuore. Allungando lo sguardo in giro per Little Italy, si capisce anche perché