(L.Calamai) La Roma è arrivata al momento giusto. La sponda che Mario Cognigni, presidente operativo della società viola, aspettava per chiudere definitivamente la porta in faccia al Milan. Al resto ci ha pensato Fali Ramadani, procuratore di Ljajic e unico in grado di convincere il padre del talento serbo a cambiare rotta.
Un ragazzo del ’91 non può passare un anno in tribuna. Ramadani con le cessioni di Jovetic, Nastasic e Ljajic ha messo a posto il suo conto corrente e ha garantito alla Fiorentina la liquidità necessaria (una settantina di milioni) per costruire un progetto da Champions. E chissà che l’elenco delle operazioni vincenti non si allunghi tra qualche anno con Ante Rebic, l’ultimo talento della scuderia Ramadani approdato in viola.
Ma la vicenda Ljajic regala altre due chicche. La prima è che la Fiorentina si è garantita un’ulteriore entrata del 20% dalla futura vendita sulla differenza tra quanto pagato e quanto incassato. La famiglia Della Valle era e resta convinta del valore del giocatore e la scelta potrebbe garantire un ulteriore guadagno oltre gli 11 milioni più bonus già messi a bilancio. E in questa trattativalampo si è creato un feeling molto speciale tra i dirigenti viola e la Roma. Non è corretto parlare di «patto» ma i due staff hanno idee in comune sul calcio del domani. Un’asse che potrebbe tornare a «esibirsi» a livello politico. La battaglia in Lega è destinata a esplodere ai primi di ottobre e Fiorentina e Roma sono destinate a ritrovarsi sulla barricata opposta rispetto al Milan di Galliani.