(R. Zanni) – E Doni la sua carriera l’ha definitivamente chiusa proprio quando non giocava. Aveva programmato di ritornare in campo tra un anno con ilBotafogo de Ribeirao Preto, la società che l’aveva lanciato e con la quale aveva firmato un contratto. Ma l’aritmia che il 3 luglio 2012 quasi lo fece morire quando era al Liverpool, un arresto cardiaco lungo 25 secondi, non gli ha dato speranze e dai medici è arrivato il definitivo no.
«Lo volevo fare solo per mio figlio Nicholas – ha aggiunto Doni – ma è l’unico motivo che mi fa avere nostalgia del calcio. Il resto è tutto ok».Così che ci sarà spazio ancora solo per la partita dell’addio al calcio che vuole organizzare. Appena saputo dell’abbandono dell’attività agonistica di Doni, la Roma, dove l’ormai ex portiere brasiliano ha giocato dal 2005 al 2011, gli ha mandato gli auguri attraverso Twitter: «In bocca al lupo Alexander Doni – si legge – che la passione con cui hai vestito i nostri colori ti accompagni nelle prossime sfide».
Una Coppa America vinta con la maglia del Brasile, due Coppa Italia e una Supercoppa con i giallorossi, Doni, 104 chili (dieci in più di quando giocava), compirà 34 anni il 22 ottobre: di origini italiane, una nonna era di Mantova, da tempo però ha già cominciato la sua carriera post calcistica con la “d32 eventos”, una società che si occupa prevalentemente di spettacolo e che attualmente organizza una esposizione in Brasile “O mundo dos dinossauros”. Ma le idee di Alexander Marangon Doni non si fermano al Brasile e dall’Italia vuole fare arrivare una ruota gigante di 30 metri per grandi eventi come “Lollapalooza”, il festival della musica rock di Chicago che adesso si svolge anche a San Paolo.