(C. Zucchelli) A vederlo così da vicino, magro e con il cappellino, Gervinho sembra molto più piccolo dei suoi 26 anni. Timido, soprattutto quando per Sky deve leggere un passaggio del discorso di Martin Luther King di cui ieri si festeggiavano i 50 anni, e quasi intimorito dai flash dei fotografi quando deve posare con il Ceo Zanzi per le foto. La sua conferenza di presentazione è lontana anni luce da quelle dei predecessori De Sanctis e Maicon. Non si sbilancia quasi mai, Gervinho, tranne quando ammette che non è ancora al pari dei compagni: «Fisicamente non sono al meglio, ma sto lavorando per ottenere la forma migliore». Anche per questo la sua avventura in giallorosso è iniziata con una panchina: «A Livorno non ho giocato dall’inizio per scelta tecnicamanon sono preoccupato. In attacco siamo tanti, tutti possiamo dare una grande mano».
L’amico ritrovato Parole che sembrano di circostanza. Gervinho deve ritrovarsi dopo due anni all’Arsenal con più luci che ombre e ha accettato di giocare con la Roma proprio per avere un posto da titolare. Se c’è un allenatore giusto per questo è Rudi Garcia, l’uomo che ha convinto la Roma a sborsare 8 milioni (più 1.75 di bonus) per prenderlo dai Gunners:«Quando ho saputo che sarebbe arrivato qui ero contento per lui perché meritava un grande club. Poi, quando la Roma si è interessata a me, non ho avuto dubbi nell’accettare. Possiamo fare bene, anche grazie al tecnico che ci farà giocare nel migliore dei modi. Con lui ho sempre avuto un bellissimo rapporto perché mi ha dato tanta fiducia. Siamo rimasti in contatto in questi anni».
Concorrenti Fiducia, appunto, è la parola chiave. A Londra dicevano che ne avesse poca in se stesso: «Non credo – la sua replica –, poi dipende anche da quanto uno gioca. Qui posso fare bene e so che giocherò solo se lo meriterò perché Garcia è molto esigente. Ljajic? Sia io che lui potremo fare molto per questo grande club. Adesso gioco in un campionato diverso dalla Premier, ma non credo di avere fatto un passo indietro». Razzismo Impossibile per lui non parlare anche di razzismo: «Non è facile per gli stranieri, soprattutto africani, fronteggiare certe situazioni. Spero che non accadano più e che questo tipo di tifosi prendano consapevolezza di certi atteggiamenti. La Fifa sta lavorando sotto questo aspetto, sono fiducioso ». Intanto però domenica esordirà con la Curva Sud chiusa proprio per i buu a Balotelli dello scorso campionato.