(A.Pugliese) Qualcuno per lui ha già scomodato paragoni illustri, arrivando a chiamare in causa addirittura Mourinho, per la comunanza nell’attenzione ai particolari, ai dettagli. E per la voglia di avere tutto sotto controllo, arrivando ad organizzare anche la dislocazione dei posti sull’aereo (a proposito, quello da Toronto a Washington ha messo paura a qualcuno, in particolare a Dodò, per una mini-turbolenza). Garcia però si chiama fuori e va per la sua strada, consapevole che alla fine a fare la differenza sono sempre e solo i risultati. «Mourinho è un grande allenatore — dice il tecnico della Roma —, ma sinceramente a me non importa cosa dice la gente adesso, ma quello che dirà la classifica alla fine del campionato». Appunto. E Rudi questo lo sa bene, ecco perché i paragoni non gli piacciono per niente.
BILANCIO IN ATTESA Stasera la Roma affronterà dunque il Chelsea in uno stadio storico come il RFK di Washington, intitolato a Robert Fitzgerald Kennedy, futuro presidente degli Stati Uniti, assassinato a Los Angeles nel 1968 durante la campagna elettorale. E sarà una sfida importante, al di là dell’incrocio tra Mourinho e Garcia. «È una gara particolare, contro una grande squadra, fatta di ottimi giocatori — dice il tecnico giallorosso —. Mi piace questa partita, perché dopo potremo fare un bilancio più preciso del nostro lavoro». Bilancio che è in attesa di una controprova e che il Chelsea, ad esempio, può già cominciare a fare, avendo vinto qui in America contro Milan e Inter ed essendosi piegato solo al Real Madrid. In tutti e tre i casi, però, giocando partite di livello contro avversari di livello. «Ma ogni partita è diversa dall’altra — dice Garcia —. Non importa se il Chelsea ha vinto con Inter e Milan, mi importa quello che dirà a noi il campo domani: queste sono gare amichevoli, è vero, ma da giocare bene e possibilmente vincere».
RIVEDENDO EDEN Intanto, oggi potrebbe tornare in campo anche Osvaldo, che ieri ha svolto tutto l’allenamento al training field del Washington DC e che in vista della convocazione per Italia-Argentina, è tornato d’improvviso a disposizione. Ed a chi gli ha chiesto se bisognasse lavorare psicologicamente su alcuni giocatori, Garcia ieri ha risposto così: «Abbiamo un buon gruppo, con giocatori importanti e uomini intelligenti. Da questo punto di vista, non abbiamo alcun problema». Qualche problema in più, invece, probabilmente glielo creerà proprio stasera uno dei suoi ex pupilli, quell’Hazard con cui ha vinto il titolo nel 2011 a Lilla. «Eden è un giocatore forte, ma molto giovane e per questo in grado di migliorare ancora — chiude Rudi —. Scorso anno ha fatto una stagione meravigliosa, sarò contento di rivederlo. Di certo, dovremo difendere bene nella sua zona di campo». Considerando i compagni attuali di Hazard, probabilmente anche nelle altre zone del campo.