(L. Calamai) – Un numero e un campione come modello. Per spiegare le caratteristiche di Adem Ljajic bisogna andare a guardare tra i miti del campione serbo. Il neo acquisto della Roma è cresciuto impazzendo per le giocate di Ricky Kakà. Non a caso, appena sbarcato a Firenze ha chiesto e ottenuto la maglia numero 22 (quella cara al campione brasiliano). Ljajic è un giocatore di qualità. Nasce come mezzala. Un vecchio numero 10 dotato di un gran tiro dalla distanza e di un’abilità naturale nel servire assist. Poi, con l’arrivo di Montella qualcosa è cambiato nel suo percorso tecnico-tattico.
Adem è diventato, di fatto, una seconda punta che ama partire dalla corsia esterna di sinistra e che cerca di arrivare al tiro dialogando nello stretto con i compagni di squadra. Con il suo amico Jo-Jo (in versione prima punta alla Totti) il giochino gli riusciva a occhi chiusi. Rispetto a Lamela ha sicuramente meno abilità nel dribbling stretto. Ma ha più senso tattico e, se continua nella strada intrapresa a Firenze, può avere più gol nelle gambe. Un’ultima considerazione: è un maestro nei calci piazzati. Anni fa riusciva a vincere le sfide sui calci di punizione contro il maestro Sinisa Mihajlovic.