(A. Catapano) – In un Paese normale, dove le chiacchiere calcistiche restano tali e ci si scanna tutt’al più per questioni politiche o sociali, non sarebbe nato uno scandalo e ne avremmoparlato per poche ore. In Italia, una Repubblica fondata sul pallone, è nato subito un caso e l’hashtag #Trigoria su twitter ha fatto più tendenza dei #Fratelli Musulmani. A Roma, dove il calcio è una religione, il caso ha provocato indignazione, rabbia, vergogna. Se ospitare per mezza giornata la Juventus a Trigoria è bastato a scatenare il finimondo, non ci possiamo più stupire del clima di guerra fredda che accompagna ogni evento calcistico. Juventus-Lazio di stasera non ha fatto eccezione: allenamenti segreti, centri sportivi militarizzati, spionaggio e controspionaggio in azione. Fa tristezza, per esempio, che ai giocatori della Juventus la scelta di allenarsi a Trigoria sia stata comunicata solo all’ultimo momento, quando il pullman stava per giungere a destinazione. Conte temeva di ritrovarsi tra le scatole qualche disturbatore laziale (o romanista): viste e considerate le reazioni, non aveva tutti i torti. Cosa sarebbe successo se l’iniziativa fosse stata comunicata qualche ora prima?
Ospitalità – La Roma americana ancora una volta è finita nel mirino dei suoi tifosi. Colpevole di aver «profanato Trigoria», di «averla aperta ai nemici storici». e per giunta nel giorno del quinto anniversario della scomparsa di Franco Sensi. Lui non lo avrebbe mai fatto, per fortuna, invece, Claudio Fenucci ha accettato la richiesta di Giuseppe Marotta: ieri il campo della Marina Militare era chiuso e la Juventus doveva pure allenarsi da qualche parte. Al dirigente romanista è sembrato normale mostrarsi ospitale. Non lo costringeva il regolamento (le norme federali obbligano i club a prestare i propri campi solo alle Nazionali), ma la buona educazione (e la vicinanza politica tra Roma e Juve). Quando i bianconeri giocarono a Glasgow con il Celtic, si allenarono sui campi dei Rangers e nessuno fiatò.
Speranza – Magari anche in Italia prima o poi diventerà una felice consuetudine. «Quando la Roma verrà a giocare contro il Torino la ospiteremo a Vinovo per ricambiare l’ospitalità», ha promesso Antonio Conte. E sarà il caso di non scandalizzarsi più. Come ha detto Buffon, «la Roma ha fatto un gesto di grandissima civiltà, purtroppo inusuale. E noi abbiamo avuto rispetto: non è che ho fatto pipì davanti all’armadietto di Totti, anzi gli ho dato una strofinata in più». E fatevela una risata.