(F. Oddi) – Era una certezza in una squadra di campioni Andrea Servi, che se n’è andato ieri a 29 anni,portato via dal tumore che lo scorso anno lo aveva costretto a lasciare il calcio. Faceva parte dello storico gruppo degli ’84 della Roma, uno scudetto vinto (con i Giovanissimi), uno perso ai rigori (con gli Allievi), un giocatore in Nazionale (Aquilani), un paio a lungo in A (Ferronetti e Corvia), altrettanti promettevano bene e sono finiti male, Paoloni e Galasso, carriera chiusa causa scommesse.
Lavorò con De Rossi padre, giocò con De Rossi figlio, trovò Fabio Capello quando era a un passo dalla Serie A. Sedici maggio 2004, ultima di campionato con la Sampdoria, Roma sicura seconda: nulla in palio, Samuel, Chivu e Zebina fuori, come De Rossi, Candela, Lima, Cassano, Carew, Montella e Totti. Una gita al mare di Genova, con due soli difensori Dellas e Panucci, e due 20enni per la prima volta coi grandi, Servi e Piva. Capello riuscì a beffarli entrambi: pur di non mettere un Primavera in difesa ci arretrò Emerson, lanciò Cerci, il terzo cambio neppure lo utilizzò. E i due ragazzi ripartirono dalla B: Piva oggi gioca con la Salernitana di Lotito, Servi ci andò quell’estate, 4 presenze poi tanta C1, Giulianova, Sambenedettese, Nocerina. «Torna, ci Servi», gli scrissero i compagni della Lupa Roma il mese scorso quando era andato a trovarli, e molti temevano fosse l’ultima volta. Lascia moglie e figlia piccola, funerali oggi alle 15 a Monterotondo Scalo.