(C.Zucchelli) – La speranza, almeno per i tifosi della Roma, è che la strategia non sia quella di lasciare tutto in mano a Svedkauskas e Torosidis, gli unici due calciatori al momento presenti nella sezione «prima squadra» del sito ufficiale. Fortunatamente quella è soltanto una pagina in aggiornamento, la rosa della Roma è ben più vasta e, rispetto agli altri anni, si distingue per una caratteristica: pochi sudamericani, tanti europei. Una scelta precisa, quella di Sabatini, confidata ai suoi più stretti collaboratori già a giugno: poca forma, tanta alla sostanza. La strategia è stata condivisa anche da Pallotta che, durante l’incontro con lo stesso Sabatini e con Garcia a New York ha preteso calciatori con gli attributi . «Non c’è più tempo da perdere», l’ammonimento del presidente.
IL SOGNO Sabatini, l’uomo che gira con un secondo orologio sempre sintonizzato sul fuso del Sud America, ha dovuto così rinunciare a quello che è sempre stato il suo sogno: una squadra fatta di tanti ragazzini dai piedi fatati, possibilmente brasiliani o argentini. Sabatini andava a Rio e Buenos Aires un paio di volte l’anno, aveva — e ha ancora — una fitta rete di contatti, ma una tifoseria uscita a pezzi dagli ultimi due anni non ne vuole sapere di sogni e utopie. Vuole realtà e concretezza e quindi ecco Maicon, De Sanctis, Benatia, Strootman, Gervinho, Jedvaj e Skorupski, tutti provenienti da campionati europei. Non solo: in un potenziale 11 titolare composto da De Sanctis, Maicon, Benatia, Castan, Balzaretti, De Rossi, Pjanic, Strootman, Lamela, Osvaldo e Totti ci sono soltanto tre sudamericani (più Osvaldo che è italo-argentino).
IL MONDIALE Un cambiamento importante per la Roma, che nei primi due anni di gestione americana aveva portato a Trigoria ben 11 giocatori provenienti dal Sud America. La scelta di puntare su calciatori europei è stata fatta considerando che questo è l’anno che porterà al Mondiale brasiliano: «Meglio avere gente che eviti di andare dall’altra parte del mondo», sussurrano a Trigoria.
SERGENTE DE SANCTIS Tra i sussurri del Bernardini c’è anche quello secondo cui, rispetto al passato, il peso dell’allenatore sia aumentato nelle scelte di mercato. In realtà Sabatini ha dato ascolto ai suoi tecnici (e spesso ha fatto male) ma mai si era fidato di qualcuno come di Garcia. Il francese ha dettato la linea da subito, tanto che Rafael, ad esempio, già opzionato a gennaio, è andato al Napoli e a Trigoria è arrivato l’esperto (d’età e di Serie A) De Sanctis. «È uno che tiene sveglia la difesa», sostiene Sabatini. E torto, almeno a vederlo in queste prime apparizioni, non ce l’ha. Esemplare una scena: i difensori contro il Chelsea si lasciano prendere in velocità. Il portiere, al termine dell’azione, strilla di tutto ai compagni. Li guida, li comanda. E Sabatini, che vede la scena in tv, annuisce soddisfatto. Il suo sogno è andato in fumo, la realtà inizia a piacergli.