(A.Pugliese) – Tra i tanti pregi di Rudi Garcia, c’è anche quello di essere un uomo diretto, trasparente e razionale. Ecco perché non ha fatto nulla per nascondere il malumore per la sconfitta arrivata con il Chelsea (21 a Washington sabato notte), seppure in extremis, contro un avversario di stampo internazionale e sicuramente più avanti della Roma come condizione fisica. «Abbiamo fatto un buon primo tempo, con possesso palla e costruendo azioni offensive interessanti – ha detto Garcia alla fine dell’amichevole –. Nel secondo tempo, invece, non abbiamo più giocato come dovevamo. È vero che loro hanno cambiato molti giocatori e che erano più freschi di noi. Ma non è stato questo, però, il vero problema: quando i giocatori sono stanchi devono giocare di più con la testa, devono sapere tenere palla».
Più allenamenti A Garcia, dunque, non è piaciuto il modo in cui è arrivata la sconfitta, anche se a Washington di note positive ce ne sono state. A cominciare dall’apporto e dalla personalità di Maicon (che in campo ha anche rimproverato platealmente l’allenatore, volendo il cambio in anticipo), fino al dinamismo di Florenzi e alle solite invenzioni di Totti. Il tecnico, però, è entrato nell’ottica d’idee che la squadra deve allenarsi di più, sta valutando di mettere delle doppie sedute a ridosso di Ferragosto (giorno in cui la Roma dovrebbe comunque allenarsi), chiedendo anche l’amichevole del 18, all’estero o in Italia che sia. Insomma, quel calo mentale non gli è piaciuto proprio e su questo si farà sentire con il gruppo già da mercoledì. […]
Rientro con applausi La Roma è rientrata ieri nella Capitale. La squadra è arrivata poco prima delle ore 16 a Fiumicino con un Airbus A319 della White Air Flight. I giocatori giallorossi sono stati accolti da diversi giovani tifosi che, dopo un tam tam via Facebook e Twitter, si erano dati appuntamento in aeroporto per salutare la squadra al rientro dagli Usa. Richieste d’autografi e fotografie ricordo un po’ per tutti, fino a quando Totti e compagni sono saliti a bordo del pullman della società che li attendeva all’esterno degli arrivi del Terminal 3.