(A. Pugliese) – Sembra una «gabbia tattica». Anzi, lo è. È quella che usa Rudi Garcia per allenare reattività mentale, palleggio e visione periferica. Tutte qualità fondamentali per fraseggio, pressing, smarcamento e palla a terra, che è poi la base su cui l’allenatore francese vuole costruire la Roma del futuro. Bel gioco, divertimento, possesso palla e, possibilmente, anche un bel po’ di vittorie.
Come funziona È uno dei tanti aspetti del laboratorio tattico di Garcia, messo in pratica qui a Boston, sul campo del college di Wellesley, strutture da far invidia ai migliori centri sportivi europei. Si gioca 13 contro 13 in un campo quasi da calcio a 5 (circa 40 metri in lunghezza, 20-25 in larghezza), con 7 uomini (compreso il portiere) per squadra impegnati attivamente all’interno e altri 6 a giocare di sponda nella metà campo avversaria (quella dove, cioè, la propria squadra attacca). Le sponde sono dislocate ai lati della metà campo (due per parte) e due al fianco della porta avversaria. Si segna dentro l’area di rigore e si gioca a due tocchi, con la palla che è sempre in gioco e le sponde (fisse) che possono essere utilizzate liberamente dai compagni.
Cosa allena Questa gabbia serve per allenare capacità tecniche come il palleggio, capacità organiche come la resistenza e capacità tattiche come lo smarcamento e il pressing. Già, perché uno degli elementi su cui sta lavorando di più Garcia è proprio il pressing, con i centrocampisti chiamati ad aggredire il portatore di palla nella metà campo avversaria, appena entra in possesso della stessa. È un concetto su cui il francese insiste molto e che è la base in fase difensiva, con gli attaccanti chiamati a disturbare la manovra in fase di partenza e a compattarsi con la squadra. Già, perché la Roma si difenderà sempre raccolta in 20-25 metri, come si è visto anche nell’All Star Game di Kansas City. Del resto, anche in questi giorni si è visto come il centrocampo sia davvero il cuore del gioco di Garcia. Il centrale, in fase di impostazione, si abbassa molto, un po’ come con Luis Enrique. In quella posizione lì si alterneranno De Rossi ePjanic, a secondo anche dell’avversario. I due intermedi, invece, in fase difensiva vanno ad aggredire molto gli avversari. E questo lo fanno bene Bradley e Strootman, che in campo sembra un «trattore», uno capace di sradicare la palla anche dai piedi più divini, oltre che usare i suoi per aprire il gioco sulle fasce.