(M. Iaria) È il primo atto ufficiale di quell’opposizione che, dopo la riconferma in gennaio di Beretta sull’asse GallianiLotito, si è andata coagulando attorno a chi aveva sostenuto la candidatura di Abodi.Fiorentina, Inter, Juventus, Roma, Sampdoria, Sassuolo e Verona hanno inviato una lettera al presidente di Lega e al d.g. Brunelli e, per conoscenza, agli altri tredici club scoperchiando il vaso di Pandora dei diritti tv. Una materia storicamente bollente che torna ora sul tavolo con l’avvio dell’iter di vendita del nuovo ciclo 201518: in gioco ci sono i due terzi del fatturato della A.
Approfondimenti La missiva si propone di fungere da «stimolo » per una riflessione «approfondita e necessaria prima di adottare qualsiasi decisione relativa ai ricavi futuri da diritti audiovisivi», ma sotto sotto è una frustata alla gestione degli ultimi mesi (dovremmo dire anni) della Lega, ritenuta incapace di una visione di largo respiro sul calcio italiano, di cui è il traino economico. Non a caso, le sette dissidenti sottolineano come «né in commissione diritti audiovisivi né in assemblea sia stato mai trattato il tema – centrale – dello sviluppo del prodotto televisivo Serie A né sia mai stato affrontato quello del Canale Serie A se non in modo del tutto superficiale ». La parola «progettualità », come un qualcosa che manca dalle parti di via Rosellini, è l’architrave del ragionamento delle sette. La loro preoccupazione è che, dopo che il piano d’azione dell’advisor Infront «è stato sbrigativamente presentato all’assemblea del 29 luglio», a settembre Beretta convochi i club per deliberare i prossimi passi senza le analisi «sul contesto di mercato, sulle opportunità alternative, sugli sviluppi futuri e sui vantaggi/ svantaggi che ne potrebbero derivare». Lo snodo dei diritti 201518 è delicatissimo: per le sette società si possono «incrementare i ricavi intraprendendo un processo di sviluppo innovativo »,ma il rischio adombrato dalla stessa Infront, in scadenza, nelle recenti riunioni è che il miliardo di introiti annui possa ridursi, con un cartello SkyMediaset, a meno che non sbarchi Al Jazeera.
Azioni preliminari Ecco i quattro passi suggeriti: convocare in assemblea Sky e Mediaset per conoscere il loro punto di vista; far preparare una stima indipendente sulle previsioni dei ricavi con benchmark su Premier e Bundesliga, studiando le loro azioni di crescita; richiedere all’advisor un piano strategico di sviluppo; individuare l’advisor per il nuovo mandato con una gara come nel 2007. L’ultimo punto è centrale. «Sul mercato si legge vi sono operatori che ritengono la Serie A un prodotto non sufficientemente sviluppato e disposti a garantire ricavi attuali a fronte di una fee più competitiva e vantaggiosa per la Lega rispetto a quella attuale. Una gara per la selezione dell’advisor appare utile anche in ragione del presunto contesto di mercato oligopolistico nel quale operano Sky e Mediaset». Insomma, le sette ritengono eccessiva la commissione pagata a Infront in questo triennio (35 milioni), soprattutto per l’Italia, considerato che i soggetti sono i soliti noti. Quanto ai diritti esteri (la A incassa un quinto della Premier), sono un «driver fondamentale per la crescita della A negli anni a venire » ed «è necessario che la Lega si adoperi per massimizzarne lo sviluppo». La lettera è un avviso ai naviganti. Sette club è il numero sufficiente per bloccare qualsiasi delibera, anche quella sull’advisor. E sono stati avviati contatti con De Laurentiis, da sempre sensibile sul tema, che potrebbe garantire un appoggio esterno. In serata Beretta ha risposto: «Proposte costruttive e condivisibili. Su alcune di esse la Lega è già al lavoro. Massima trasparenza e massimo coinvolgimento da parte di tutti».