(A. Pugliese) – Atterrata ieri pomeriggio a Fiumicino, la Roma torna dalla tournée americana con una carico di certezze in più e anche qualche dubbio. Di certo, Garcia sembra l’uomo giusto per un ambiente ancora da plasmare per competere ai massimi livelli. L’allenatore francese anche in America ha dimostrato di avere le idee chiare su come devono funzionare le cose, almeno all’interno del suo gruppo. E la sua presenza è una garanzia in più per tutti: lavoro, competenza, dedizione sono le sue parole chiavi.
Comandante Rudi non cerca fronzoli, sta cercando di capire anche l’ambiente e dove le cose non gli piacciono o le farebbe in modo diverso, si fa sentire. Soprattutto con il gruppo, che sembra seguirlo fedelmente. Tra Garcia e i giocatori si è andata formando una chimica importante, che può fare la differenza lungo il corso della stagione. Con Pjanic, Strootman, Totti, De Sanctis, Benatia, Bradley e Florenzi il rapporto sembra addirittura in rampa di lancio. Ma è in generale un po’ con tutti che Rudi ha instaurato una giusta interazione, anche con quelli che apparentemente sono apparsi un po’ ai margini (soprattutto i più giovani). Garcia non abbandona nessuno e anche per loro, in America, è stato prodigo di consigli.
Multimania È chiaro, però, come in America i protagonisti principali siano stati soprattutto due: Francesco Totti e Michael Bradley. Il primo considerato a tutti gli effetti una leggenda, per qualità tecniche e per aver indossato una sola maglia, cosa che negli States ha avuto risonanza anche più che in Europa. Le ovazioni a Toronto, Kansas e Washington restano impresse. Per dire, alla cena di Toronto con gli sponsor della squadra di casa, a fine serata si era creato un nugolo di persone intorno ad uno stand: «Lì c’è Totti, la squadra sta dall’altra parte», ha detto scherzando Garcia, ovviamente indovinando. Michael, invece, è visto un po’ come il simbolo di una nuova generazione, quella che a basket, baseball e football americano preferisce il soccer, in grande ascesa. Un simbolo vincente.
Tra gioie e dolori Poi c’è il campo, dove le notizie più belle arrivano probabilmente dalla condizione di Maicon (c’era chi lo dava per finito e dovrà ricredersi) e dalla qualità di Jedvaj, un giovane che in prospettiva può dare tantissimo. Come tanto, si spera, possa dare anche Dodò, che sembra finalmente a posto fisicamente, tanto da non aver saltato neanche un allenamento. Le note dolenti? La condizione di Castan, a tratti sembrato avulso dal contesto, non solo di gioco. E le prestazioni di Lamela, che gol a parte con il Chelsea, non è mai apparso il miglior Lamela. Questa deve essere la stagione della sua esplosione. Almeno così si augurano un po’ tutti, a cominciare dalla Roma.