(A.Pugliese) Dopo Kansas City e Toronto, Totti è pronto a lasciare il segno anche a Washington, dove stasera (ore 20 locali, le 2 italiane allo stadio intitolato alla memoria di Robert Kennedy)ritroverà quel Mourinho che gli ha tolto tante gioie in passato, negli anni delle sfide infinite tra Roma e Inter. Da allora è passato tanto tempo, ma Francesco sembra cristallizzato, quasi immortale. Tanto che in America «the king of Rome» è diventato «the legend» per i media e per i tifosi. Come a Toronto, accolto da un’ovazione. «Quella è stata una serata bellissima – dice Francesco – Non mi aspettavo quell’ovazione, sono contento. Ma ora abbiamo una partita prestigiosa contro il Chelsea, vogliamo fare bella figura». Come la vorranno fare gli inglesi, al decimo anno di gestione Abramovich.
AMORE ETERNO Già, è il primo vero test per i giallorossi, che dopo il pari con il Bursaspor, hanno centrato tre vittorie esterne (Aris Salonicco, All Star Mls e Toronto FC). Stavolta, però, l’avversario è di tutto altro livello, con Garcia che ritroverà il suo Hazard (il gioiello con cui ha vinto a Lilla) e Mourinho che incrocerà De Rossi, oggetto dei desideri in passato dello Special One (e chissà che non ci sia anche un contatto). In mezzo c’è Osvaldo (tornato a disposizione, giocherà uno spezzone di gara in vista della Nazionale) ma soprattutto Francesco Totti, che da queste parti è considerato una leggenda soprattutto per il fatto di non aver mai cambiato maglia in tutta la carriera. «Quelli con la Roma sono stati venti anni d’amore, giocare sempre con la stessa squadra è stata una grande esperienza di vita – dice il capitano giallorosso -. Venire un giorno a giocare da queste parti? Non penso, anche se l’America mi piace. Ma è un’ipotesi che reputo molto difficile: ho un contratto con la Roma, che voglio rispettare. E non penso ad altro».
VOGLIA DI RIVINCITA Francesco, dunque, stavolta ha fatto un passo indietro e riabbracciato la sua Roma. Finita la tournée si tornerà a lavorare sul suo contratto, lui invece stasera vuole intanto tornare ad assaporare quel gusto delle sfide di Champions che gli manca oramai da oltre tre stagioni. «In venti anni con la Roma ho avuto la fortuna di giocare con tanti giocatori importanti – chiude lui – Ma questo è un gruppo molto unito, che ha voglia di fare una grande stagione per far vedere le sue potenzialità. Bradley? E’ un giocatore fantastico per qualsiasi squadra, perché è anche una grande persona, sempre con il sorriso: sono stato fortunato a conoscerlo». E lui a conoscere Francesco. In questa tournée americana sono stati i due catalizzatori. Tra qualche giorno, poi, Michael tornerà alla vita di sempre, quella di gregario di lusso, mentre Totti resterà lui: una leggenda continua…