(A.Angeloni) «I giocatori, sono loro da difendere. Sempre». Sembra José Mourinho, invece è Rudi Garcia. Uguali uguali, ha subito sentenziato qualcuno, specialmente dopo aver assistito al battibecco tra il tecnico francese e alcuni tifosi contestatori durante il ritiro a Riscone di Brunico. A questi, il francese, ha dato candidamente dei «laziali». Senza paura, con personalità, lontano da ogni atteggiamento populista. Con la sfrontatezza di chi sa il fatto suo. Un piccolo Mourinho, che sposa la filosofia del noi contro il mondo, dell’uniti contro tutti. Un accostamento caratteriale, fatto di piccole grandi sfumature, sicuramente non tecnico-tattiche. Garcia, sotto il profilo puramente calcistico, semmai ha studiato e si è ispirato a Benitez, che di Mourinho non è proprio amico per la pelle, anzi («non farà mai meglio di me!», disse una volta Josè riferendosi allo spagnolo). Però del portoghese ha l’atteggiamento, che piace alla gente (e alla squadra, Mourinho nell’Inter aveva dalla sua parte anche chi giocava poco), contestatori a parte, con i quali tra l’altro si è pure chiarito a suo tempo. Stasera Garcia si ritrova davanti proprio Mou, lo special one, anzi – come si è recentemente autoridefinito – l’happy one, visto che ha coronato il suo sogno di tornare ad allenare il Chelsea. E la sfida ha il suo fascino. Perché ti fa respirare aria di Champions, che da queste parti manca come l’aria. «Josè è un grande allenatore ma non mi interessano i paragoni. Mi importa come si conclude la stagione», parole di Garcia. Così avrebbe risposto anche Mourinho. «Contro il Chelsea sarà bella partita, queste sfide mi piacciono. Dopo sarà possibile fare un bilancio più preciso», sostiene il francese.
DIVERSITÀ E ANALOGIE – Il calcio di Garcia è diverso da quello del portoghese. Totalmente. Il francese propone un gioco spumeggiante, molto possesso palla, inserimenti, velocità, il particolare che diventa l’assoluto. Un calcio intelligente, che guarda se stesso e l’avversario. Mourinho è diventato più pratico (almeno dal suo godibilissimo Porto in poi), punta sulla fisicità mista alla qualità. Aspetta e ti colpisce. José ama gestire campioni fatti, mentre Rudi ha sempre lavorato con i giovani, pur facendoli sentire grandi. Come detto, Garcia ha studiato Benitez e ama Guardiola ma di Mou ha la stessa capacità di stregare l’interlocutore, guardandolo fisso negli occhi. Parla poco ma colpisce. Perché non contano solo le parole, ma il campo, il lavoro, lo studio delle piccolezze.
INCROCI AMOROSI – I due allenatori non si sono mai incontrati da avversari, solo sfiorati: l’Inter è andata a trovare il suo Lille ma con Ranieri in panchina. Quella di stanotte (ore 2 diretta Roma channel) è la prima tra i due. Per la Roma è il primo test serio della nuova stagione. E Garcia lo vuole giocare al meglio: lo si capisce dalle scelte fatte per la sfida precedente contro il Toronto, quando ha tenuto a riposo gente come Strootman, Balzaretti, Totti e De Rossi. E proprio quest’ultimo riabbraccia il tecnico che non più di due mesi fa lo aveva contattato per portalo al Chelsea. Ma non solo, già dai tempi dell’Inter, Mou corteggiava Daniele, riempiendolo di complimenti. C’è anche il suo vecchio amico-giocatore Maicon che è stato tra i primi ad accostare Garcia al tecnico del triplete nerazzurro. Anche Rudi avrà modo di rivedere in campo una sua vecchia creatura, Eden Hazard, ora al Chelsea ma grande protagonista in passato nel Lille di Rudi.
TOTTI 20 ANNI D’AMORE – Il capitano ieri, dopo l’allenamento, è tornato a parlare del suo futuro, prima di andare a far visita alla Casa Bianca con i compagni. «Ho un contratto e lo voglio rispettare. Con la Roma ho vissuto vent’anni di un amore bellissimo. La prossima stagione? Saremo protagonisti, siamo un gruppo molto forte. La sfida col Chelsea? Più di un’amichevole».
OPEN DAY, QUANDO? – La Roma, con un tweet aveva annunciato la presentazione il 20 allo stadio Olimpico. Poi, la comunicazione è stata ritirata. C’è indecisione sulla data, 20 o 21 agosto, visto che la Roma ha in mento di giocare un’altra amichevole il 18.