(M.Ferretti) C’è sempre una prima volta. Nella vita e, si sa, anche nel calcio.Domani, ad esempio, allo stadio Olimpico ci saranno tante prime volte legate alla sfida tra Roma e Verona. E c’è imbarazzo per scegliere quella (più) indimenticabile. Tutte sono (saranno) da ricordare, ma sul gradino più alto del podio non può non starci l’esordio casalingo di Rudi Garcia, il nuovo allenatore dei giallorossi. Il francese ha già assaggiato l’Olimpico quel pomeriggio dell’Open Day, ma domani sarà tutta un’altra cosa. Anche se, per la prima volta, la Sud sarà vuota, con gli abbonati della curva che non potranno entrare in nessun altro settore. A proposito: Rudi ha chiesto di cambiare panchina, spostandosi proprio su quella più vicina alla Sud. Il debutto in campionato sulla panchina della Roma, domenica passata a Livorno, per Garcia non è affatto andato male, ma visto come sono andate le cose al Picchi ci si attende un’immediata conferma. Rudi – che oggi farà allenare la squadra proprio sul terreno dell’Olimpico – vuole una squadra ambiziosa e per trasformare i sogni in realtà c’è un unico sistema: fare risultati. L’ostacolo Verona non ha nulla a che vedere con quello affrontato a Livorno, e ne sa qualcosa il Milan: ecco perché c’è bisogno di centrare al volo un altro successo.
ADEM NO LIMITS – Magari con l’aiuto di Adem Ljajic, l’ultimo arrivato in casa Roma. Sarà la sua prima volta all’Olimpico da giallorosso, domani alle ore 18. Ancora deve prendere coscienza al cento per cento della novità professionale al punto che ieri parlava ancora da fiorentino: un lapsus e nulla più, comunque. «Cattivo io? Mai stato cattivo, è normale innervosirsi quando non si gioca con continuità. Non voglio che si pensi che sono arrivato qui di passaggio. Sono pronto a restare anche per 10 anni per crescere e vincere. Il Milan? La Fiorentina sapeva cosa volevo, non si è trovato l’accordo e adesso sono felice di essere qui. La clausola? Non se ne so niente, chiedete al mio agente. Ho le stesse ambizioni della Roma: ho trovato un ottimo gruppo e spero di riuscire a fare grandi cose. A cominciare dalla partita contro il Verona, se il mister deciderà di farmi giocare. Io sono pronto, ma rispetterò le sue decisioni. La Roma in campionato ha davanti soltanto la Juventus. Il derby? Ho fatto il mio primo gol in Serie A alla Lazio e quindi spero di segnarle ancora…», il suo virgolettato.
Sarà la prima volta da padroni di casa, domani, anche per il massiccio Benatia, per l’esperto De Sanctis, per l’esordiente assoluto Strootman, per il veterano Maicon e per il pittoresco Gervinho. Cioè gli altri neo acquisti del ds Walter Sabatini. Le notizie che arrivano da Trigoria dicono che la formazione anti Verona sarà molto simile a quella vista contro il Livorno e, per questo, c’è grande curiosità per vedere all’opera alle pendici di Monte Mario un giovane di grande talento come Strootman e un meno giovane di talento assoluto come Maicon. I due, in occasione dell’Open Day, hanno ricevuto un sacco di applausi, segno che la gente ha gradito il loro arrivo: sta a loro, adesso, ricambiare tanto affetto. Sarà la prima volta dopo due anni senza Osvaldo e Lamela e, ironia delle designazioni, sarà la prima volta assoluta dell’arbitro Giacomelli almeno in una partita della Roma.
TOTTI FIRMA NELLA SOSTA – Sarà anche la prima volta all’Olimpico di capitan Totti con il contratto in scadenza e di Pjanic quale unico sopravvissuto del primo mercato targato Usa, quello dell’estate 2011. A proposito di Totti, va detto che nelle ultime ore si sono intensificati i contatti (telefonici) tra il dg Baldissoni e i commercialisti di Francesco: insomma, non si è più nella fase di studio reciproco, ma si comincia a trattare. Ecco perché aumentano le probabilità che si arrivi ad un accordo durante la sosta. E, impossibile dimenticarlo, domani sarà la prima volta della Roma a Roma dopo il derby perso il 26 maggio in Coppa Italia. Una data che i tifosi non dimenticano e che sperano non venga dimenticata dai calciatori. Ad occhio e croce, domani in campo ci saranno soltanto quattro reduci da quella sconfitta (Totti, De Rossi, Castan e Balzaretti; Florenzi e Pjanic erano in panchina): chi chiedeva piazza pulita dopo quella vergogna, è stato quasi accontentato.