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IL MESSAGGERO La nuova Roma è bella a metà

Castan

(M. Ferretti) – La Roma (non al completo, però) è rientrata ieri pomeriggio a Fiumicino proveniente da Washington dove, nella notte tra sabato e domenica, ha giocato contro il Chelsea di Josè Mourinho incassando la prima sconfitta della stagione. Una curiosità: erano due anni che i giallorossi non perdevano in precampionato, esattamente dal 12 agosto 2011 (Valencia-Roma 3-0) con Luis Enrique in panchina. Al di là del ko, la Roma di Washington non è dispiaciuta; anzi, per certi versi è apparsa migliore di quella che aveva battuto l’All Stars e il Toronto. Una Roma in versione cantiere aperto: il modulo va sistemato, il gioco scorre a sprazzi, alcuni giocatori sono indietro ma la sensazione è che la squadra nel suo complesso stia crescendo. Una Roma bella a metà, per ora. Serve maggiore equilibrio tra le due fasi, visto che finora mai è rimasta a secco e mai ha mantenuto la porta inviolata. All’inizio di agosto, e di nuova gestione tecnica, tutto questo ci può stare. Mercoledì doppia seduta di allenamento e tutti in campo anche a Ferragosto: ecco la ricetta di Garcia.

LUCI E OMBRE

La Roma a Washington ha chiuso il primo tempo in vantaggio (con una buona dose di fortuna, legata al gol di Lamela) tenendo dignitosamente il campo, sudando un po’ in avvio contro le percussioni a tutta velocità del Chelsea ma trovandosi poi nettamente più a proprio agio quando ha interpretato meglio il confronto sotto il profilo tattico. Una Roma capace di far girare bene il pallone, anche se troppo imprecisa in fase di rifinitura. Una squadra, comunque, con un’identità più che abbozzata, conscia di quello che deve e soprattutto di quello che non deve fare. Una Roma (per un’ora) con le gambe a buon punto. In avvio di ripresa, Mourinho ha cominciato a cambiare il Chelsea, mettendo dentro gente fresca (alla fine dieci i volti nuovi…) e più titolata. Rudi, invece, non ha toccato la squadra per oltre un’ora e, alla lunga, la maggior freschezza dei londinesi è stata determinante. Garcia, però, voleva verificare alcune cose, e non a caso sette elementi su undici hanno giocato per novanta minuti, Totti l’ha fatto per 86 e Maicon per 78. Come se al francese interessasse poco il risultato e molto di più la tenuta della squadra. Sul piano individuale chiari i progressi di De Sanctis, Benatia e Florenzi, bravo Totti quando non è stato costretto a fare solo l’esterno, molto attivo Osvaldo, sufficiente Maicon, da rivedere (ancora una volta) Lamela. Nel complesso, la Roma – fin quando la differenza di preparazione con il Chelsea non è apparsa palese – ha mostrato buone cose quando era in possesso di palla e altre meno buone in fase di non possesso. È sembrata, ad esempio, un po’ troppo lunga se/quando la palla l’avevano gli inglesi. Con un buco piuttosto evidente tra la linea difensiva e quella di centrocampo (e s’era visto anche contro il modesto Toronto…). Perché il “casino organizzato“, lo scambio continuo di posizioni in mezzo al campo va bene in fase offensiva ma in quella difensiva il centrocampo non può fare a meno di maggiore disciplina tattica e organizzazione e, soprattutto, di un uomo stabilmente a protezione dell’area. Un tipo alla De Rossi, per intenderci, assente contro il Chelsea alla pari di Pjanic. Rudi ha proposto ancora una volta il 4-3-3 (con Strootman centrale di centrocampo) ma non è escluso che prossimamente voglia (ri)provare il 4-2-3-1 se non addirittura il 4-1-4-1. «Abbiamo fatto sicuramente un buon primo tempo, con un buon possesso palla e qualche interessante azione offensiva. Nel secondo tempo loro hanno cambiato tanti giocatori ed erano più freschi: non è la cosa principale ma è difficile giocare con la testa quando si è stanchi, dovevamo tenere di più il pallone. Strootman regista? Lui può giocare ovunque a centrocampo. Le soluzioni, senza Pjanic e De Rossi, lì sono poche», il commento di Garcia. Da sistemare anche posizione e compiti dei due esterni di difesa, troppo sbilanciati in avanti in fase di possesso: se uno va, l’altro deve restare.

LA TELEFONATA A TOTTI

Come detto, la nuova Roma nelle sei amichevoli ha sempre beccato almeno un gol. E occhio, lì dietro, ai palloni alti da palla inattiva. Contro il Chelsea è toccato a Lamela andare a segno, ma l’argentino – al momento – appare l’attaccante più in difficoltà tra quelli a disposizione di Rudi. Come era accaduto ai tempi di Luis Enrique e di Zeman, il Coco sta facendo una fatica enorme a entrare negli schemi proposti dall’allenatore. Troppo evanescente, troppo spesso fuori dalla partita. Né carne né pesce, insomma. Là davanti la situazione non è ancora chiara, con Osvaldo e Borriello in partenza e Destro ancora fermo ai box. Lamela, per ora, appare intoccabile ma Gervinho potrebbe giocare anche a destra. La vera Roma, per via del mercato, è ancora lontana dal diventare realtà. Intanto, è imminente una telefonata del dg Baldissoni al clan di Totti per discutere il prolungamento del contratto del capitano: dopo Ferragosto, l’inizio della trattativa.
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