(S. Carina) – Tra il divertito («Io una scommessa?») e l’indispettito («Non penso che la mia vita privata c’entri qualcosa con gli ultimi due anni così e così») Maicon è stato presentato ieri allo stadio Olimpico. Dopo la solita introduzione del Ceo Zanzi – al quale non è stato possibile porre delle domande – ha preso la parola il brasiliano: «La Roma mi ha voluto con il cuore e per un giocatore è importante. Non finirò mai di ringraziare il club. Non sono una scommessa e lo dimostrerò sul campo».
TIMORI E SPERANZE
Inutile negarlo: quando è stato annunciato il suo ingaggio, più di qualche tifoso ha fatto l’associazione Maicon-Adriano. Se è vero che l’ex centravanti si era presentato a Roma con il titolo di campione e capocannoniere del Brasileirao, le condizioni fisiche (12 chili in sovrappeso) avevano poi fatto svanire la speranza di rivederlo ai fasti del periodo interista. Speranza che per Maicon, invece, non è tramontata. Il difensore (che ha avuto un pensiero per Moratti: «E’ stato un papà per me, prima che un presidente») sta bene e chi lo vede allenarsi a Trigoria giura sulla sua grande professionalità: «Conosco la mia forza e le mie qualità e spero di ritrovarle a Roma». Dove è stato accolto benissimo dai tifosi: «Già dal primo giorno e l’Open Day è stato un momento importante ed emozionante. La gente dopo un anno negativo ha dimostrato di aver fiducia».
Nonostante le cessioni. Quelle di Marquinhos e Osvaldo già si sono materializzate, per quella di Lamela manca pochissimo: «C’è una rosa importante. Quando vanno via i giocatori è una decisione loro e della società. L’allenatore troverà il modo di farci giocare, perché quest’anno non si potrà sbagliare niente». Un discorso che si estende anche a lui, soprattutto se vorrà riconquistare la Seleçao. Il primo passo è la convocazione per le due amichevoli che il Brasile giocherà a settembre contro Australia e Portogallo[…]
OBIETTIVI
Maicon non vuole fare promesse, anche perché i tifosi della Roma negli ultimi due anni ne hanno ascoltate sin troppe. «Ora stiamo lavorando per andare a vincere a Livorno. Se venissi qui a parlare di scudetto o Champions non sarebbe giusto: quel che è certo è che mi impegnerò assieme ai miei compagni per riportare la Roma nei primi tre posti». A proposito di compagni, gli viene ricordata la polemica a distanza con De Rossi dopo il campionato del 2008: «Polemiche con Daniele? Nessuna, dissi solo che meritammo lo scudetto perché l’Inter rimase in testa dalla prima giornata». Roma che riparte da Totti («Un grande campione, non ci sono parole per descriverlo, sono contento di essere al suo fianco») e da un’età media più alta rispetto al passato. Maturità sinonimo di personalità? «E’ sbagliato dire che la Roma non ne abbia mai avuta. Quando stavo dall’altra parte, è sempre stata una squadra che mi ha messo in difficoltà. I tifosi mercoledì ci hanno accolto con uno striscione eloquente. Speriamo in un anno di far cambiare quel messaggio».