(D.Galli) – Zenit. Psg. Atletico Madrid. Tottenham. Barcellona. Limitiamoci a queste. Sono solo alcune delle società accostate nelle ultime settimane a Miralem Pjanic. In qualche caso si parla di vere e proprie offerte, in qualche altro di semplici sondaggi, in qualche altro ancora di niente, di rumors senza fondamento. Di vero c’è che la Roma non ha alcuna intenzione di cedere Pjanic. Assieme a Lamela, e chiaramente a Totti (ma non c’era nemmeno bisogno di precisarlo), il bosniaco fa parte degli intoccabili. L’input potrebbe essere partito da Garcia, che – raccontano – pare che straveda letteralmente per Miralem. Pjanic non deve partire. Non può partire. È stata una precisa richiesta dell’allenatore, una richiesta che la Roma non fatica ad esaudire. Probabilmente, Sabatini vacillerebbe solo al cospetto di un’offerta assurda, inizierebbe a ragionarci su solamente davanti a proposte nettamente – ma molto nettamente – superiori ai 15 milioni, cifra che viene ritenuta il suo valore di mercato.
Già, ma perché Garcia lo considera un incedibile? Eppure, Pjanic viene da una stagione non certo eccezionale. La prima obiezione che viene in mente è che la stagione non certo eccezionale l’ha disputata tutta la Roma, eccezion fatta per Totti. Non è una questione di fisiologico e comprensibilissimo amore per l’entità che indossa con onore la maglia numero 10, sono semplici numeri, assist, gol, giocate utili, roba così. Il resto, cioè il resto della Roma, è quasi del tutto affogato nella mediocrità. Pjanic compreso. Accolta dunque l’attenuante generica, c’è una ragione più seria e lineare: il valore del centrocampista. Non è un caso che Pjanic piaccia a mezza Europa, nonostante il campionato scorso siano stati più bassi che alti. Tra le offerte rispedite al mittente ci sarebbe quella dello Zenit di Spalletti. Poi bisogna mettere sul piatto della bilancia la duttilità tattica di un calciatore che può rivestire praticamente qualsiasi ruolo sulla linea mediana e si adatta anche a fare l’esterno offensivo.
Nello scacchiere di Garcia sarà comunque un intermedio di centrocampo, a occhio e croce sulla fascia di sinistra (su quella opposta dovrebbe andare uno tra De Rossi e Strootman). Laggiù in America, Pjanic è concentrato unicamente sulla preparazione della nuova stagione. Beh, oddio, proprio unicamente no. «Dopo una settimana di ottimo lavoro, un po’ di relax con una buona partita di baseball», scriveva ieri Miralem sulla propria pagina Facebook a commento di una foto che lo ritrae con Benatia sugli spalti del Fenway Park. Cappellino in testa, pollici in su, sullo sfondo il diamante dei Red Sox. Giusto il tempo di una partita, perché domani a scendere in campo sarà di nuovo lui. C’è il Toronto, altra tappa di avvicinamento alla nobile sfida con il Chelsea di Mourinho. Ma soprattutto alla prima di campionato con il Livorno. Da lì in poi servirà il miglior Pjanic. Quello che il resto del mondo d’Eupalla ci invidia.