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IL TEMPO Adesso si fa sul serio

Rudi Garcia

(E. Menghi) – Più che condividere le scelte di mercato che hanno portato via da Roma Marquinhos, Osvaldo e prossimamente anche Lamela, Garcia ne prende atto e guarda avanti con fiducia nei dirigenti che l’hanno convinto a firmare per un progetto che si sta sgretolando. Allora, però, il tecnico che al Lille era riuscito a trattenere talenti del calibro di Hazard non poteva pensare di ritrovarsi senza i due migliori marcatori della passata stagione romanista e senza il difensore che avrebbe sistemato il reparto arretrato per un bel po’ di anni. Garcia non si scoraggia e aspetta i rinforzi necessari per una squadra che si presenta incompleta ai nastri di partenza, senza rimangiarsi nulla di quanto detto nel giorno della sua presentazione ufficiale, 67 giorni fa: «Avrei voluto che tutti i giocatori della mia rosa iniziale restassero. Ma nel mercato bisogna considerare l’aspetto sportivo e quello economico, che a volte può venire prima.

Questo è il periodo peggiore per un allenatore. Credo che sia una cosa che non riguarda solo me, ma tutte le squadre d’Europa. Per esempio, in Francia se parli di Psg o Monaco non è un problema, ma nelle altre squadre l’allenatore deve adattarsi. L’importante è che se va via uno ne arrivi un altro dello stesso livello. Ho fiducia nei dirigenti: avrò una squadra competitiva, come lo era la mia squadra di inizio preparazione». La Roma non è il Psg e Garcia ne è consapevole, ma qualcosa da rimproverare a Sabatini ce l’ha: «Non abbiamo tempo nel calcio, però per giocare con un certo modulo di gioco abbiamo bisogno di lavorare con la rosa definitiva. Ma non sarà un alibi a Livorno: dobbiamo vincere con i giocatori che abbiamo ora». Insomma, sarebbe stato meglio se la squadra avesse preso forma subito e non a preparazione ultimata e a campionato iniziato: «Sicuramente è un problema. Non si poteva fare niente? Niente», è la risposta contrariata di Garcia, che forse confidava che qualcosa si potesse risolvere un po’ prima, per non debuttare in serie A con Lamela convocato, ma con le valigie pronte, e con l’unica punta centrale, Borriello, mai rientrato nei piani della società.

Quel «siamo tutti responsabili» sussurrato dal tecnico francese in conferenza stampa serve per non prendere le distanze dalla società, che si era espressa tramite la voce di Baldissoni due giorni fa, ma se il dg giallorosso aveva parlato di decisioni prese di comune accordo con l’allenatore, quest’ultimo con una frase tradisce il suo vero pensiero: «A ogni tecnico piace un giocatore che fa 15 gol e gioca con la Nazionale argentina». Lamela sembrava incarnare alla perfezione l’identikit del centravanti di movimento che ora Sabatini ha il compito di trovare: «Per me è importante giocare con tre attaccanti, non con uno centrale, uno a sinistra e uno a destra: devono essere complementari per non dare punti di riferimento alla difesa avversaria. Meglio andare tra le linee e sfruttare la profondità». Garcia prova a spostare l’attenzione sul Livorno: «Vogliamo vincere e sarà difficile farlo, perché per loro è la prima in casa e in serie A. Abbiamo fame di vittoria e dobbiamo dimostrare che siamo forti, non solo in campo ma anche nella testa. Le altre cose non sono importanti. Il campionato è una maratona, sarebbe meglio cominciare bene, ma i risultati si traggono alla fine. Voglio una squadra con un animo collettivo forte e che giochi bene al calcio. Non è sufficiente avere solo un modulo di gioco, perché se non funziona dobbiamo avere un piano b. L’obiettivo è sempre lo stesso, abbiamo bisogno di ritrovare l’Europa».

Un altro obiettivo è prendere meno gol possibili, dopo due anni in cui la difesa ha fatto acqua da tutte le parti: «Abbiamo un nuovo portiere e nuovi difensori, è cambiato molto rispetto a un anno fa». Altri innesti in difesa non se li aspetta, ma se Sabatini desse forfait a Livorno per Garcia sarebbe una buona notizia: «Dietro siamo a posto così. Magari Walter ha una cosa urgente da fare, da qui al 2 settembre, e sarebbe una buona cosa, no?».

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