(A. Austini) – Ogni anno, in fondo, è la stessa storia. La Roma prova a vendere De Rossi, lui medita seriamente sull’addio, poi non se ne fa nulla e si continua insieme, senza però essere reciprocamente convinti. Ci risiamo. Il centrocampista è pronto a restare e la società a tenerlo, ma non per scelta. Mentre il pressing del Manchester City nelle ultime due estati è stato insistente, stavolta alla Roma non è arrivato uno straccio di offerta ufficiale. Così la cessione attorno alla quale si doveva ricostruire la squadra, salvo scossoni finali, è un progetto che rimarrà chiuso nei cassetti di Trigoria. De Rossi si è guardato attorno, ha ricevuto attestati di stima da Mourinho e Ancelotti ma né Chelsea né Real si sono mossi in modo concreto.
Ci ha provato semmai Leonardo a sondare il terreno con Sabatini nell’ambito delle contrattazioni su Marquinhos: alla fine neppure il Psg ha affondato il colpo, sapendo forse che De Rossi a Parigi non ci sarebbe comunque andato. Qualcosa è cambiato nella testa di Capitan Futuro. Persa la «partita della vita» contro la Lazio, si era convinto che fosse arrivato il momento di voltare pagina. Poi la Confederations gli ha ridato fiducia e durante le vacanze passate tra Ibiza e gli States ha ricambiato idea: meglio restare e risorgere insieme alla Roma. Questi giorni di lavoro in America lo hanno aiutato a convincersi ancor di più. Garcia gli ha confermato in privato quanto detto a più riprese in pubblico: «Ti voglio con me». De Rossi ha apprezzato non solo le parole dell’allenatore, ma anche le sue idee tattiche e l’approccio diretto ma non inutilmente severo che usa con la squadra.
Pallotta ha fatto il resto, coccolando un po’ De Rossi sul quale si è fatto un’idea precisa. «Nella Roma ha un problema di leadership». Il presidente ci ha parlato, gli ha ribadito la stima e lo ha voluto al suo fianco nella foto di gruppo scattata a Boston fuori dal ristorante delle sorelle Pallotta. Un segnale. «De Rossi è uno dei motivi per cui sono qui» ha aggiunto Strootman, salvo poi specificare: «Non voglio essere il leader la Roma ne ha già due». Tipo sveglio l’olandese, pronto a formare un trio potenzialmente esplosivo con il biondo di Ostia e Pjanic. «La squadra è felice» conferma il bosniaco, pronto anche lui a restare dimenticando le offerte dell’Atletico Madrid. Garcia è il primo ad esserne felice. Ha chiesto con fermezza la conferma di Pjanic e ora non vede l’ora di riabbracciare Gervinho, che però difficilmente volerà negli States. «Sono contento sia arrivato: è un attaccante veloce, con corsa e capacità di darci profondità, ha un profilo diverso dagli altri che abbiamo».
Diverso da Osvaldo, ad esempio, ma l’argentino è destinato ad andare via. Se il Liverpool vende Suarez all’Arsenal, l’affare con i Reds può decollare in fretta. Occhio agli stessi Gunners e al Fulham, destinazioni gradite a Osvaldo al contrario del Southampton che continua ad aspettarlo. Sabatini non vede l’ora di dare la caccia al sostituto, intanto ieri a Trigoria ha ricevuto il procuratore, fra gli altri, di Marquinho che potrebbe finire all’Inter. Il giovane portiere lituano Svedkauskas, invece va in prestito alla Paganese, club nel quale (non a caso) militava Babù preso dai giallorossi per rivenderlo all’estero e liberare il posto a Gervinho.