(A.Austini) Sliding doors a Trigoria. Le porte si aprono per l’addio di Lamela e il benvenuto a Ljajic, alla Roma resta in mano un talento, che dovrà dimostrare di valere quanto il precedente, e una differenza di 19 milioni utilissimi al bilancio.L’ennesima giornata del rinnovamento romanista si è aperta con l’arrivo di Ljajic a Termini con il rituale «Forza Roma». Il serbo non ha perso tempo: a Trigoria ha firmato il contratto quadriennale da circa 2 milioni netti più premi da 500mila euro a stagione, ha conosciuto subito i nuovi compagni e Garcia. Poi visite mediche al Campus e allenamento con tanto di gol in partitella: col Verona può subito giocare. Gli slavi Pjanic e Jedvaj lo hanno accolto con affetto, De Rossi è pronto ad affittargli l’appartamento che era di Osvaldo, Lamela gli ha già ceduto la maglia numero 8. Come a certificare un passaggio di consegne dai mille risvolti.
Quello economico, di sicuro, fa sorridere la proprietà americana. La Roma ha pagato Ljajic 11 milioni di euro, più bonus legati a presenze e gol del fantasista per 2 milioni e altrettanti legati alle future qualificazioni in Champions. Un totale massimo di 15 milioni per un ragazzo che i viola avrebbero perso senza incassare un euro tra un anno.
Non solo: Della Valle si è assicurato il 20% sulla plusvalenza di un’eventuale futura cessione rispetto al prezzo di vendita, compresi i bonus maturati in quel momento. Nei prossimi giorni verrà invece definita la clausola rescissoria in una scrittura privata tra la Roma e Ljajic: sarà una cifra alta, superiore ai 20 milioni. Per questo il serbo fa bene a dire che «adesso siamo contenti tutti. Avevo firmato col Milan? È una bugia. Volevo rimanere alla Fiorentina, ma non abbiamo trovato l’accordo».
Lamela gli fa eco. «Spero un giorno di tornare alla Roma, purtroppo le cose sono andate così» dice il Coco a Fiumicino prima di imbarcarsi insieme alla fidanzata verso Londra dove lo aspetta il Tottenham di Baldini con uno stipendio da quasi 4 milioni netti. Quelli che la Roma non poteva dargli. Ecco perché Sabatini, pressato dal padre, ha deciso a malincuore di venderlo. «Forse – ammette Lamela – non sono riuscito a esprimere il mio massimo. Spero che quest’anno la Roma vada meglio, i ragazzi hanno la voglia dentro». Li ha salutati uno per uno, commosso, al termine del suo ultimo allenamento a Trigoria ieri. Dopo Livorno aveva già pagato la cena, in Toscana l’abbraccio più sentito con Sabatini.
Al club giallorosso vanno 30 milioni di euro più 5 complessivi di bonus. Ora il saldo tra acquisti e cessioni (relativo solo ai cartellini) è in attivo di 23 milioni. Vanno in realtà calcolati i diritti di formazione (5%) da riconoscere ai vari club per le cessioni e alcuni bonus garantiti ad esempio all’Ajax per Stekelenburg, ma la Roma per la prima volta nell’era americana chiuderà il mercato con il segno «più». Non finisce qui, almeno nelle intenzioni dei dirigenti. E di Garcia, che aspetta un centrale difensivo e un centravanti: Sakho e Demba Ba. Tutto però dipende da Burdisso e Borriello: se accettano di partire, arriveranno due giocatori, altrimenti la Roma resta così com’è. Su Borriello c’è il West Ham, la situazione si può sbloccare nelle ultime ore di mercato, se dovesse rimanere la società gli proporrà di spalmarsi il suo ingaggio da quasi 7 milioni lordi l’anno. Sabatini avrebbe in mano il sostituto: è Demba Ba del Chelsea. Sono stati gli inglesi a proporlo ai giallorossi Risposta? Si può fare ma in prestito. Il «bestione» franco-senegalese guadagna circa 2 milioni, uno stipendio sopportabile per la Roma che continua a monitorare Bergessio, Matri e Quagliarella. Alla Juve può finire Marquinho se parte De Ceglie: per seguire questa e altre trattative Sabatini si è spostato a Milano e ci resterà fino alla partita con il Verona.
Detto che Taddei e Julio Sergio finora rifiutano le soluzioni proposte, diversi giovani sono in partenza. Tallo è vicino all’Ajaccio, lo vuole anche un club polacco e il Bari che chiede anche Verre in prestito. Sul centrocampista c’è forte il Palermo, mentre Brescia e Livorno corteggiano Caprari . I toscani trattano anche Crescenzi.
Perrotta, invece, ha salutato da un pezzo ed è stato eletto alla vicepresidenza del settore giovanile e scolastico della Figc. A Trigoria gli avevano proposto un ruolo da dirigente.