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11 SETTEMBRE 2001 Il terrore non ferma l’esordio della Roma in Champions League

Roma-Real Madrid

Questa storia potrebbe partire il 17 giugno 2001. O forse ancora meglio, il 30 maggio 1984. Dalle lacrime, dalle urla di rabbia, dalla disperazione per chi il cuore ce l’aveva già mezzo giallo e mezzo rosso. La Coppa Campioni sfumata dagli 11 metri, sotto il cielo di Roma, sotto gli occhi increduli e lucidi di settanta mila persone. Occasioni che, a meno che tu non ti chiami Bayern Monaco, Real Madrid, Liverpool e più in là con gli anni, Milan e Barcellona difficilmente puoi sperare che ti ricapitino. Dopo diciassette lunghissimi e difficilissimi anni si è finiti da Roma a Roma. In mezzo tante delusioni e pochissime gioie. La più grande quel Roma-Parma che ha consegnato il terzo tricolore della storia romanista. Lì per lì pochi, se non nessuno, ha pensato, al momento del fischi di Braschi, “Ao! Mo che ce penso st’altr’anno facciamo la Coppa Campioni”. Lapsus freudiano giustificato visto che, da quella maledetta serata del maggio 1984, nessuno di noi ha più rivisto il palcoscenico europeo per eccellenza.

Dopo quasi, o forse di più, un mese di festeggiamenti per il Tricolore, la situazione diventa nitida per tutti il 24 agosto, in occasione dei sorteggi di Montecarlo. Sono 17 anni che si aspetta questo momento: l’urna dice che il girone sarà quello A con Real Madrid, Lokomotiv Mosca e Anderlecht. Girone di ferro? Non proprio. Paura del Real di Zidane, Roberto Carlos, Figo e Raul? No, rispetto ma non spavento: “Siamo i campioni d’Italia!”. Quella partita, in programma l’11 settembre, attesa diciassette anni nel quale il mondo è cambiato drasticamente, fa passare quasi in secondo piano i primi due passi falsi degli uomini di Capello in campionato con Udinese e Verona (due 1-1).

Il mondo è cambiato dunque, ma  l’11 settembre del 2001 cambia sul serio e drasticamente. Chi non ricorda quel pomeriggio? Un po’ come chi si ricorda con esattezza dov’era il giorno dello sbarco sulla Luna, o la mattina del 2 agosto mentre la stazione di Bologna andava in frantumi. Molti di noi quel giorno erano pronti per andare a spingere gli eroi giallorossi contro il Galacticos madrileni. Le edizioni straordinarie dei Tg delle 14:49 (ancora lontani erano i giorni dei canali all-news 24 ore su 24) straziarono il campo sonoro e visivo delle case italiane ed europee. Inizialmente i pareri e le informazioni, poche e contrastanti, parlano prima di “incendio” poi di “incidente aereo”. I fatti sono diversi: il volo American Airlines 11 è stato dirottato e si è schiantato alle 09:46 ora di New York alla velocità di circa 490 miglia orarie (circa 790 km/h) fra il 94º e il 98º piano della Torre Nord del World Trade Center. Il velivolo è entrato quasi completamente intatto all’interno della Torre, raggiungendone il centro e tranciando in due i sostegni in gesso di tutte e tre le trombe delle scale dell’edificio causando un tremendo incendio alimentato dal cherosene contenuto e fuoriuscito dal velivolo. Trentatre minuti dopo, in diretta mondiale, con tutte le troupe televisive del mondo in diretta da Manhattan, il secondo aereo, il volo United Airlines 175, si schianta contro la torre sud. Non c’è bisogno di altre spiegazioni per capire che si tratta del più grande attentato della storia degli Stati Uniti e del mondo intero. Altri due aerei dirottati  finiscono uno, lo United Airlines 93, col quale i terroristi intendevano colpire il Campidoglio o la Casa Bianca a Washington, precipita al suolo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania. e uno sul Pentagono. Fra le 09:58 e le 10:28 entrambe le torri collassano su se stesse provocando una nuvola di polvere e detriti che seppellisce Manhattan ed i newyorkesi che, spaventati, vengono travolti da quella marea di terrore.

La portata degli eventi non ferma la macchina del calcio e la passione di migliaia di persone. Ma si gioca? La Uefa decide di si. L’Olimpico si riempie, anche se molte persone, forse per paura, o forse per rispetto, non si recano allo stadio. Alle 20:44 è tutto pronto. Il minuto di silenzio sembra quasi imbarazzante di fronte alla portata degli eventi. Il clima è surreale e anche la Sud è quasi timorosa di far risuonare il suo ruggito. Le televisioni satellitari hanno difficoltà di segnale ed il primo tempo, nel quale succede poco o nulla, è quasi del tutto oscurato. Il secondo tempo inizia subito con il gol del Real Madrid al 50′: punizione magistrale di Figo che, da 30 metri, con una conclusione a giro, batte Pellizzoli. Dodici minuti dopo arriva il raddoppio delle Merengues: azione tutta di prima Guti-Raul che libera Figo sulla destra, crossa al centro per il solissimo Guti che di testa anticipa Pellizzoli, non impeccabile in uscita. Al 75′ è Totti ad accorciare le distanze su rigore. Gli uomini di Capello hanno la possibilità di pareggiare al 40′: Cassano tiene palla a centroarea spagnola, assist per il neo entrato Balbo che centra in pieno la traversa. A fine partita, il presidente Sensi non cerca scuse: “Il Real ha giocato meglio di noi, ma era meglio non giocare. Quello che è successo in America non si è visto neanche in tempo di guerra”. Anche il tecnico Capello, deluso per la sconfitta, fa eco al suo presidente: “Nei primi minuti le cose sono andate abbastanza bene, abbiamo avuto anche un paio di occasioni-gol e ci è stato negato un rigore nettissimo. Nella ripresa non abbiamo avuto il tempo di assestarci dopo l’entrata di Lima ed abbiamo preso il gol. Per questo ho inserito Cassano, dovevo rischiare per recuperare. Onestamente però, pensavo non avremmo giocato e sarebbe stato meglio”. 

Aldilà delle teorie complottistiche alla Adam Kadmon, il dramma e la tragedia di quel giorno rimarranno nella memoria di tutti, come quel Roma-Real Madrid, che difficilmente verrà rimosso.

TABELLINO

Stadio Olimpico di Roma, 11 settembre 2001, 1^ giornata Girone A Uefa Champions League

ROMA-REAL MADRID 1-2 (5’st Figo, 18’st Guti, 28’st Totti (rig.))

ROMA: Pelizzoli, Zebina, Samuel, Zago, Cafu (37’st Balbo), Assuncao (16′ st Cassano), Emerson, Candela, Totti, Batistuta, Montella (1’st Lima). A disp.: Antonioli, Aldair, Tomic, Siviglia. All.: Capello

REAL MADRID: Casillas; Salgado, Hierro, Karanka, Roberto Carlos, Figo, Makelele, Flavio Conceicao, McManaman, Guti (41’st Ivan Campo), Raul. A disp.: Cesar, Savio, Geremi, Celades, Solari, Munitis. All.: Del Bosque

ARBITRO: Poll (Inghilterra)

NOTE: Ammoniti: Karanka, Emerson, Guti. Spettatori: 74mila.

Giovanni Parisi (@PariGio90)

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