«Non mi aspettavo questi risultati». Figuriamoci di comandare la classifica con un avvio di campionato da consegnare agli annali. La sorpresa confessata da Rudi Garcia prima di battere anche la Sampdoria, d’altronde, è la stessa di chi si era mostrato scettico nei confronti delle capacità del tecnico francese. Nessuno, infatti, aveva scommesso sulla forza di Totti e compagni prima che iniziasse la stagione. Nemmeno i tifosi giallorossi che, dopo aver contestato a lungo durante il ritiro, si sono dovuti ricredere davanti al record di vittorie consecutive in avvio di campionato. E in cento la scorsa notte si sono persino fatti trovare all’aeroporto di Fiumicino per festeggiare la squadra al ritorno da Marassi. Insomma, una sorprendete inversione di tendenza scaturita anche dal rifiuto estivo di Massimiliano Allegri. Il mancato arrivo dell’allenatore del Milan ha spinto la società a puntare forte su Garcia, digiuno di calcio italiano ma affamato di vittorie (fresca la dichiarazione «l’appetito vien mangiando»). Il francese, assieme ai suoi collaboratori Bompard (il vice che segue in tribuna il primo tempo) e Fichaux, ha avuto il merito di conquistare la fiducia dello spogliatoio, rigenerare giocatori (in primis De Rossi, il prossimo potrebbe essere Destro), compattare un ambiente lacerato dal ko in finale di Coppa Italia. E paradossalmente la Roma deve il primato in classifica in parte anche alla sconfitta del 26 maggio.
«Il derby ci ha smascherati altrimenti al posto di Maicon, rispetto alla mia romantica utopia, avrei preso Wallace» ha rivelato alla chiusura del marcato il ds Sabatini, che per costruire quella che si sta rivelando una Roma forte e di carattere ha incassato numerose critiche. Le cessioni di Marquinhos, Lamela e Osvaldo, invece, hanno permesso di far cassa, allontanare dallo spogliatoio un elemento non sempre irreprensibile (l’italoargentino), iniettare a Trigoria grandi dosi di cattiveria e leadership. Gli esempi migliori in tal senso sono quelli di De Sanctis, Maicon (out però col Bologna a causa di una lesione ai flessori della coscia destra) e Strootman, decisivi in campo e inseriti assieme a Totti (domani compirà 37 anni e sarà festeggiato a Trigoria) e De Rossi in quel ‘consiglio dei saggì voluto da Garcia per relazionarsi col gruppo. L’olandese, in particolare, non sembra essere un tipo troppo attento alla scaramanzia. «La Juventus per me resta la favorita per lo scudetto – le parole dell’ex Psv a Sky Sport24 – ma ci siamo anche noi. Garcia ha migliorato tutto quello che non funzionava e io non ho ancora dato il massimo». Più cauto il ds Sabatini, a Milano per assistere a Inter-Fiorentina: «Scudetto? Non ci riguarda, stiamo giocando bene, mi interessa vedere stasera quali sono i parametri che ci possono accomunare a queste squadre – ha spiegato a Mediaset Premium – Vogliamo fare bene e far felice la gente di Roma, niente di più». Almeno per ora.