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AS ROMA Losi: “Questa squadra non deve porsi limiti, Daniele è tornato quello che conoscevamo”

Giacomo Losi

Settantotto anni oggi, tanti dei quali da romano e romanista. Cosa non da tutti soprattutto se, come nel caso di Giacomino Losi, si è nati a Soncino il 10 settembre del 1935. Eppure è così, tanto che l’ex capitano giallorosso si è guadagnato nella capitale il soprannome di “Core de Roma”.

Innanzitutto, tanti auguri di buon compleanno.

Grazie, a Lei e a tutti i lettori di forzaroma.info.

Che mi dice di questa Roma di Rudi Garcia?

Fino ad oggi va benissimo, le partite fin qui disputate sono andate alla grande, mi auguro che oltre a continuare così, si possa migliorare, perché si può e si deve migliorare di più. Il Mister saprà dove puntellare e dove ritoccare.

Dove è migliorata per esempio, rispetto all’anno scorso, in quale settore del campo?

Sicuramente a centrocampo, siamo diventati molto più forti in quella parte di campo, più equilibrati, più forti fisicamente, più intelligenti e più esperti.

Che ne pensa del ritrovato Daniele De Rossi?

Daniele è tornato quello che conoscevamo noi, quello di un paio d’anni fa, e questo fattore De Rossi dona alla nuova Roma garanzie enormi.

Dove può arrivare questa Roma?

Questa squadra non deve porsi dei limiti, la Roma può essere competitiva con tutte le squadre di vertice, deve sempre provarci ed avere convinzione.

Ora invece le chiedo un punto debole di questa Roma?

Serve una punta centrale da area di rigore, uno che sappia buttarla dentro in qualsiasi maniera, anche con una spizzata di punta o con un gol da rapinatore d’area, noi creiamo parecchio ma non concludiamo molto sotto rete, Francesco (Totti) non può fare la punta vera, la classica boa, Francesco deve trovare lui una posizione ideale nel campo e infatti è la cosa che fa abitualmente, non rimane mai fermo in area, anzi arretra molto e sa lui dove posizionarsi, giustamente, ed allora serve qualcuno che sappia concludere e finalizzare tutto il lavoro che fa la squadra, Francesco incluso, serve un finalizzatore spietato.

Tornando al Capitano, mi parli del ruolo del Capitano fuori dal campo, ovvero quando la sua brillante e bellissima carriera, purtroppo, finirà.

Mi auguro che non lo trattino come hanno fatto con me! Non possono eliminare Roma, lui infatti rappresenta Roma e la Roma nel mondo e non possono certo dimenticarsi di lui quando smetterà, non possono dimenticare queste bandiere, lui è il più grande, sia a Roma che in Italia, però in passato si sono dimenticati di giocatori immensi e che hanno dato tutto per la maglia della Roma, come Rocca, Nela, Giannini o anche il sottoscritto, che essendo un difensore centrale, non facevo della classe e della tecnica un mio punto di forza, ma penso di aver fatto il ruolo di difensore in maniera egregia, per quindici stagioni, pero’ non sono servite per rimanere nei ruoli societari.

Sul rinnovo del contratto di Totti?

Adesso lui firmerà, dove vuole andare adesso? Rimarrà a Roma e finirà tutto per il meglio, si troverà l’accordo e credo rimarrà in società come dirigente, almeno lo spero…perché la Roma deve coltivare tutti questi grandi giocatori, invece in passato altri calciatori, magari anche illustri ma con meno attaccamento alla maglia sono stati premiati con ruoli interni, secondo me i pilastri storici di una società calcistica dovrebbero avere sempre ruoli importanti, Totti è il numero uno, passato presente e futuro della Magica.

Lei è stato un grandissimo difensore centrale, dalla sua esperienza, quanto è importante e utile un portiere come De Sanctis, averlo dietro mentre si gioca, sentirlo gridare alle spalle e partecipare attivamente?

È molto importante, io ho sempre avuto un grande feeling con i portieri, ho avuto anche grandi portieri, e con loro bastava uno sguardo per capirsi e risolvere situazioni complicate. De Sanctis è un portiere che si fa sentire, ha una grande esperienza e un grande carisma, che è la dote più importante per un portiere, spero che si confermi per tutto il campionato perché è veramente bravo.

Uno sguardo ai nuovi, Maicon ha convinto da subito, mentre Gervinho è sembrato più timido.

Maicon è un fuoriclasse nel suo ruolo, se rimane concentrato sarà devastante, è un grande acquisto, mentre Gervinho deve ancora inserirsi e non si può dare un giudizio definitivo, bisogna vedere quanto e se giocherà in campionato, ci sono tanti giocatori e non tutti saranno titolari o decisivi, può starci che faccia parte di un gruppo e che dia il suo contributo.

Fonte: forzaroma.info

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