Quasi tre anni con la Roma dopo l’avventura con la Juventus sono stati il battesimo ad alti livelli di Gian Paolo Montali con il mondo del calcio. Uno che ha raccolto medaglie a pioggia con la Nazionale italiana di pallavolo e che, ancora adesso, ha contatti costanti con l’ambiente giallorosso e con Totti.
“Dopo la seconda partita ho parlato del club e avevo detto che la Roma avrebbe fatto un’ottima stagione. Sento spessissimo i giocatori e da subito erano contenti del tecnico. Pensavo potesse andare bene e dopo due anni così, ci sono le componenti perché tutto vada al meglio: Garcia può controvertire le due stagioni precedenti, ha idee e soprattutto non ha paura”.
Un tecnico ‘tutto d’un pezzo’.
“Già: ha portato avanti le sue idee dal punto di vista tecnico, altri si fanno influenzare dalle problematiche interne ed esterne, non trova mai scuse ed ha avuto un impatto ottimo col campionato”.
Domanda di rito: la Roma è da Scudetto?
“Bisogna contestualizzare la Roma di questo anno: non ha, per questo anno, le Coppe. E’ in una stagione dove la Juventus ed il Napoli hanno anche un obiettivo importante come la Champions. Se la Roma, in questi mesi, terrà duro, se scapperà via sarà difficile riprenderla. Se manterrà questo atteggiamento sarà dura per le altre: nessuno ha visto la determinazione e l’intensità in campo della Roma, il fatto che in campo nessun giocatore si perda a discutere scelte arbitrali e decisioni diverse. La Roma è tutta concentrata sul campionato e non deve perdere questa attenzione. Se non lo perde, attenzione signori: c’è per il campioanto”.
L’ultima volta che parlò con noi disse: ‘Totti può essere il Jordan del calcio’. Conferma?
“Jordan ha fatto la sua miglior stagione a 39 anni e Totti è ancora un giocatore valido. Credo e spero che voglia restare a Roma per sempre, come dirigente. Se non come presidenza, come vice-presidente operativo lo vedo sicuramente”.
Un simbolo, non solo di Roma, ma del calcio intero.
“Il mondo dello sport dovrebbe dare una laurea honoris causa a Totti: è l’esempio di quel che dovrebbe essere un’atleta, che gioca nella stessa società per tutta la carriera. Chi meglio di lui può spiegare ai nostri politici cosa voglia dire sentirsi parte di un progetto e condividerlo per sempre? Deve essere usato come esempio, una carriera come la sua è unica nel mondo del calcio”.
Unico, nel suo genere.
“Come lui nessuno mai: Zanetti è arrivato da un’altra società, Del Piero anche. Io non gufo, anzi, è il contrario: mi auguro che porti un titolo alla Roma per finire la carriera, poter far vincere uno Scudetto o una coppa europea, se la merita”.
L’ha sentito, recentemente?
“Qualche giorno fa gli ho mandato un messaggio per il suo compleanno, gli ho scritto che ritengo un privilegio averlo conosciuto. Prima lo avevo conosciuto solo esternamente, poi ci ho lavorato quasi tre anni e lo ritengo un privilegio, avendo fatto dello sport la mia aria, la mia vita. Francesco è un esempio”.
Chiudiamo col suo futuro.
“Dal 2006 ho fatto questo cambio radicale, sono in attesa di trovare una società di calcio che abbia bisogno delle mie competenze, non tecnica sul campo ma gestionale. Chi ci perde è chi non mi prende” chiude Montali, col sorriso”.
Fonte: tuttomercatoweb