(G. Piacentini) Prima lo sconcerto, poi la rabbia. I tifosi della Roma sono parecchio contrariati, non per i risultati della squadra ma per la politica dei prezzi adottati dalla società in vista del derby del 22 settembre, che sarà la stessa per tutti i big match della stagione. Il motivo del contendere è il prezzo di 45 euro per i biglietti di Distinti Sud, ritenuto un’esagerazione se paragonato ai 25 dello scorso anno.
Non che sull’altra sponda del Tevere gli animi siano più sereni, anche perché gli stessi prezzi saranno applicati ai Distinti Nord, per entrambi i derby: la Lazio non ha posto nessuna obiezione e, per accordi di reciprocità, al ritorno la situazione sarà la stessa. Una protesta bipartisan per un aumento che i tifosi giallorossi reputano immotivato alla luce dei risultati della passata stagione.
«Dopo il 26 maggio — uno dei messaggi apparsi su Twitter — avrebbero dovuto fare prezzi popolari per riconciliarsi con i tifosi, invece li hanno quasi raddoppiati ». Il fatto che l’aumento riguardi «solo » 1500 posti — 3500 abbonati nel settore, che ne può contenere 5000 — non placa la protesta. Cambiano i social network, non il tenore. «Posso spendere 45 euro — scrive un utente su Facebook —, ma poi pretendo che dal mercato arrivino i campioni». L’aumento del prezzo delle tessere, spiegano da Trigoria, ha fatto sì che aumentassero anche i singoli biglietti nelle gare di cartello: l’obiettivo è tutelare chi si è abbonato e invogliare chi ancora non l’ha fatto. La diminuzione dei prezzi in Monte Mario (si è passati da 110 euro a 95) è un’amara consolazione.
«Ci vogliono allontanare dallo stadio—la considerazione di un tifoso in radio —perché vogliono solo tifosi ricchi». Come previsto l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive «preso atto della persistente propensione all’illegalità di una frangia della tifoseria giallorossa», ha deciso di prolungare la sospensione della card Club Away anche per la trasferta di Parma. Potrà andare al «Tardini » solo chi è in possesso della «tessera del tifoso».