(B.Tucci) – Il clima a Formello e a Trigoria in queste due ultime settimane è cambiato radicalmente. Prima dell’inizio del campionato la felicità, in casa biancazzurra, si toccava con mano; in quella giallorossa, invece, gli umori erano cupi e la tranquillità era un optional. Ora la situazione si è capovolta perché la Lazio ha mostrato diversi limiti in attacco e in difesa, mentre la Roma di Rudi Garcia ha meravigliato tutti i critici che, in precedenza, non avevano scritto nulla di buono sulla squadra allenata dal francese. La metamorfosi ha ragioni valide. Dopo la Supercoppa e nelle prime fasi del campionato sono venuti alla luce i difetti del gruppo biancoceleste. Lì davanti non c’è un giocatore in grado di aiutare Klose e anche in difesa i guai non mancano: Radu sarà fuori per infortunio per un paio di mesi, Dias non piace a chi è in panchina e si va quindi alla ricerca di soluzioni che, per il momento, non sono chiare. Attenzione, perché domenica scenderà all’Olimpico il Chievo, mentre la settimana dopo la Lazio dovrà affrontare la Roma in un «derby-vendetta» che non sarà assolutamente facile. A Trigoria, invece, regna l’entusiasmo dopo le due vittorie con il Livorno e il Verona. Si dirà: sono state battute due neo promosse, non esaltiamoci troppo, ma la realtà è che la Roma ha mostrato in campo un carattere che mancava da tempo. Aggressiva, cinica, mai doma dal primo all’ultimo minuto. Tutto questo senza un centravanti di ruolo, perché il mistero Destro continua e Borriello, rimasto all’ombra del Colosseo, non è proprio un pupillo del mister. Allora l’ipotesi più accreditata è che Garcia confermi Totti prima punta con Gervinho e Florenzi. Ma, vista la poca dimestichezza che il primo ha con il gol, non è escluso che Garcia chiami finalmente Borriello e lo faccia giocare nel suo ruolo naturale. Sarebbe un peccato lasciare perennemente in disparte un uomo che molte squadre farebbero carte false per averlo.