(A.Maglie) – L’Italia, se non s’è desta, sicuramente s’è capovolta. Almeno da un punto di vista calcistico. La Roma e il Napolilassù, a guidare una Serie A per tanti versi sorprendente, con quel Milan che scivola e Fiorentina e Livorno che salgono. All’improvviso l’Italia del Pallone ha scoperto che il calcio migliore e più vincente si gioca al di sotto della linea Gotica (cioè al di sotto di Massa e Carrara). Perché le due che guidano la classifica sono la punta dell’iceberg, una punta che illustra un mutamento geo-economico-agonistico degli equilibri calcistici. (…) Ma al consueto si sostituisce l’inconsueto; qualcosa di nuovo si agita, prodotto anche da una crisi economica che ha obbligato alcuni club a cambiare strategie; le scelte diventano essenziali a fronte della scomparsa di quelli che venivano chiamati “mecenati” e che alla fine della stagione staccavano un lauto assegno per coprire le falle create da campagne-acquisti dispendiose. Insomma, Roma e Napoli (e non solo) sono l’espressione di un modo nuovo di “produrre calcio” obbligato dai tempi ma anche dal buon senso e dal fatto che questo mondo si sta pian piano abituando a camminare con le proprie gambe.
SUCCESSI – Roma e Napoli sembrano rinverdire epoche passate, gli Anni Ottanta, quando Dino Viola e Corrado Ferlaino provavano a contendere la leadership alla Juventus, al Milan e all’Inter. Ma si trattava di fenomeni in qualche maniera estemporanei, figli della creatività o della genialità di alcuni dirigenti. Oggi qualcosa di più vasto sembra agitarsi, con la possibilità che questa “redistribuzione di potere” possa assumere caratteri più solidi e duraturi. (…)La presenza di campioni come Totti e Higuainspiega, ma solo in parte, quel che è avvenuto sino ad ora (e che, ovviamente, avrà bisogno di conferme per essere trasformato in una regola dalla validità generale).
EQUILIBRIO – Il fatto è che il nuovo equilibrio agonistico sembra essere la conseguenza di un nuovo equilibrio economico in larga misura indotto da una crisi che ha indotto i proprietari-tifosi a stringere i cordoni della borsa. (…) L’accorciamento delle distanze ha finito per uniformare le strategie: per recuperare risorse, tutti valorizzano i giovani calciatori per rivenderli al miglior offerente. Con meno soldi, conta programmare, vale per tutti quel che diceva Dino Viola: se non hai cento milioni di lire, devi avere cento milioni di idee.