(G.Dotto) La cosa più bella di tutte. L’uomo che pianse. Federico Balzaretti. Uno che lacrima così sfrenato, in pieno derby, in pieno stadio, alla sua età, avendo giocato con tutte le maglie del mondo. Non sarà un calciatore da copertina, ma chi se ne frega, l’uomo sì, lo è.
La cosa più bella di tutte, il sinistro di Balzaretti. Il primo si stampa sul palo. E lui si dispera. Se ne va dal campo. “Non passerà mai più un treno così”, pensa nichilista. Ma lui ha Totti con sè. Il treno ripassa dopo pochi secondi. Rientra in campo appena in tempo per prenderlo in corsa.
La cosa più bella di tutte. Marco Borriello. Che entra a tempo quasi scaduto e, invece di smadonnare come si fa in questi casi, va dritto, cattivo prima a molestare Marchetti e poi quasi a segnare.
La cosa più bella di tutte. Il secondo tempo di Francesco Totti. Ma qualcuno glielo ha detto che ha quasi quarant’anni? Si fa tutto il campo in contropiede con Ljajic al fianco. Il ragazzino quasi infarta, lui niente, una rosa.
La cosa più bella di tutte. Daniele De Rossi che sull’1 a 0 sfila con la destrezza di Arsenio Lupin il portafoglio a Ederson che stava calciando a colpo sicuro, noi già sull’orlo del suicidio.
La cosa più bella di tutte. Quei due dietro, il Marocchino e il Brasiliano, Benatia e Castan, monumentali. Stretti, solidali, truci. Perfetti.
La cosa più bella di tutte. Kevin Strootman che potrebbe fare il mattatore barbarico a tutto campo e invece se ne sta lì disciplinato tutto il tempo a fare il badante a Balzaretti.
La cosa più bella di tutte. Gervinho che quando vola è come i mistici, non ha corpo.
La cosa più bella di tutte. Adem Ljajic che si prende il rigore e lo segna.
La cosa più bella di tutte. Rodrigo Taddei in campo.
La cosa più bella di tutte. Jim Pallotta in tribuna. Che se ne sta in piedi tutto il tempo come per dare un segnale forte (che l’Olimpico è scomodo?) e costringe il povero Cicoria Tempestilli al suo fianco a stare in piedi pure lui tapino, che magari ci ha anche la sciatica.
La cosa più bella di tutte. Tutti allacciati in corsa verso la Sud.
La cosa più bella di tutte. I francesi che fanno festa a Roma dopo il “De bello Gallico”.
La cosa più bella di tutte. La gioia introversa di Walter Sabatini.
La cosa più bella di tutte. La frase di Rudi Garcia a fine partita: “Abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio”.
La cosa più bella di tutte. Il numero quattro. Il derby dopo quattro anni. Quattro partite e quattro vittorie. E dopo il quattro viene il cinque.