(M.Evangelisti) – Allora è vera questa Roma che vince anche le partite labirintiche, quelle da affrontare con la pazienza, con l’intelligenza, con il cuore in gola che non permette di respirare e toglie ossigeno alle gambe. Quelle che richiamano il parterre di stelle e di intenditori, da Mancini a Pioli, da Scala a Mihajlovic, e in cui ci si gioca la credibilità, il futuro prossimo e il presente immediato. La Roma è vera nel suo allenatore (…) vera nei suoi uomini nuovi a cominciare da Strootman, più potente di un ariete, più abile di un girino nel nuotare in acque torbide, un uomo che trascina senza urlare, che guida senza colpi di sonno.
IL VOLO – La Roma è lì con il Napoli, derby del Sud che diventa un mezzo sogno, anche per chi di sognare ha ancora paura. Donadoni, che ben conosce il suo lavoro di biscazziere, ha tentato di bloccare Garcia e persino di batterlo. Gli ha presenta una mano incartata in mezzo alla quale districarsi non era semplice. Gran folla a centrocampo, Biabiany che è l’asso, la figura e la briscola insieme. Il francese finge di fare l’esterno, poi si allunga fino in area e sbatacchia Balzaretti come un piumino da spolvero. (…) Pur di mescolare le carte come piace a lui, Donadoni rischia anche la difesa a tre contando sul fatto che le ali della Roma sono tarpate dalla sosta. Gli va bene per parecchio tempo (…) Per giocare alla Garcia ci vuole fiato e lucidità di pensiero e qualcuno che vada a raccogliere in area i frutti del possesso palla. Ieri sera alla Roma per un tempo sono mancati ingredienti e protagonisti. A partire da Ljaijc che ha trovato l’unica pennellata della partita sette minuti prima di essere sostituito, recuperando la palla che poi Pjanic ha decorato per il destro di Florenzi.
IL PUGILE – Però non è che sull’1-1 la Roma si sia illuminata d’immenso. Parolo d’esterno invece di centrare l’angolo alla sinistra di De Sanctis ha centrato Amauri. Sospiri di sollievo dalla parte di Garcia e di rabbia da quella di Donadoni. Ma con il tecnico francese funziona così. Lui non è un biscazziere, è un pugile che lavora ai fianchi finché l’avversario non si piega sfinito. Strootman che allunga per Totti oltre un fuorigioco fallito da Gobbi, talmente di poco che il capitano ci pensa tre volte prima di decidere che sì, può appoggiare in gol; Strootman ancora che fracassa i timpani calciando un rigore creato da Gervinho; Borriello che in mezzo a tutto questo toglie dall’incrocio dei pali di De Sanctis un gancio cielo geniale di Cassano. La Roma che Garcia ancora una volta cambia in corsa secondo piani prestabiliti è tutto questo. E adesso, se proprio vi rifiutate di sognare peggio per voi.