(R. Boccardelli) – Ma se il vero segreto della Roma fosse Bompard? Il secondo diGarcia, com’è noto, segue i primi tempi delle partite dalla tribuna, poi nell’intervallo scende negli spogliatoi, si consiglia con il capo Rudi e dal conciliabolo ne scaturisce la Roma dei secondi tempi, quella che fa gol e vince le partite. Un altro indizio l’ha dato ieri proprio il tecnico francese che ha assistito a gran parte dell’allenamento dall’alto! Sì, come un… Bompard qualsiasi. Vuoi vedere che le partite si capiscono meglio dalla tribuna stampa?
DUE DUBBI – In ogni caso, Garcia sfoglia due margherite. La prima: lasciare la Roma così com’è o modificare lo schema iniziale per chiudere le fasce alle ripartenze laziali? Cioè, 4-3-3 come al solito o 4-2-3-1 (con gli stessi uomini), modulo di riserva provato ogni tanto da Garcia? L’altra margherita:Ljajic o Gervinho dall’inizio. Partiamo dal primo dubbio. Difficile che Garcia tocchi un’impostazione vincente. Tre vittorie in tre partite con avversarie di calibro medio-basso non fanno una stagione trionfale, ma un avvio convincente sì. Cambiare solo perchè la Lazio è forte sulle fasce e complessivamente più solida delle tre incontrate fino ad oggi potrebbe non essere la mossa migliore. Si può fare in corsa e, soprattutto, si può compattare il 4-3-3 in una sorta di 4-5-1 in fase di non possesso. Per quanto riguarda la scelta dell’attaccante da schierare insieme con Totti e Florenzi (i due sembrano inamovibili), la sensazione è che Garcia opti ancora una volta per la staffetta, con il serbo dall’inizio e l’ivoriano in corso d’opera, pronto a sfruttare la sua velocità di base quando le squadre cominciano a dare spazi allungandosi anche per via della stanchezza. (…)
LA TRAPPOLA – Per il resto Garcia avrà capito, studiando gli ultimi derby, che la Lazio propone sempre la stessa trappola. Nella quale può essere difficile non cadere (il Chievo ha abboccato con grande ingenuità domenica scorsa mettendosi a fare la partita)