(M. Evangelisti) – Sono tempi pericolosi per i centravanti giallorossi, alle prese con lunghe convalescenze, sessioni di mercato a sorpresa, ingaggi che diventano dorate palle al piede.Marco Borriello stava cominciano a pensare che la vita in fondo è giusta e che il tempo è galantuomo quando gli sono saliti su un piede. Ieri ha abbandonato l’allenamento saltellando e gemendo. Sembra però che la contusione possa passare nel volgere di una nottata. Vediamo in queste ore se Parma lo avrà, come titolare oppure più probabilmente come carta di riserva se ci fosse bisogno di forza bruta in area.
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A Garcia non dispiace affatto averlo tra i piedi, chiave di variazioni tattiche poco frequentate dal tecnico francese eppure sempre possibili o necessarie nel corso di una stagione. (…) La sua colpa è guadagnare troppo, grazie a un contratto risalente a epoche più generose. «E questo lo capisco. Ma parliamo anche dei 17 gol che ho segnato con la Roma e vediamo quanti altri ci sono riusciti».
Annotazione sua non facilmente contestabile. Ai vecchi dello spogliatoio, che lo conoscono, Borriello non è mai stato sullo stomaco. Anche ai nuovi va benissimo che sia ancora a bordo, se è vero com’è vero che tutti i compagni al ritorno da figlio prodigo a Trigoria gli hanno regalato una torta con la scritta “Nessuno ha più fame di te” (…).
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Borriello intanto obbedisce. A Garcia che gli ordina di incrociare per il campo e conoscere ogni lato del calcio moderno, scattare e rincorrere, saltare e contrastare. Ha cominciato a farlo in America, dov’è stato chiamato nel bel mezzo della tournée saltati in prima istanza i vari scambi in cui era stato inserito. Lo fa per se stesso e per i tifosi, non per convincere nessuno. «Non ho bisogno di essere rilanciato. E a Roma ho ricevuto solo ovazioni». Questo sia chiaro, intende: se alla fine mi manderanno via non sarà colpa né di Borriello né della gente. Solo di chi non ha più fame.