(R. Boccardelli) Suo malgrado, Rudi Garcia sta facendo in questi giorni una full-immersion di Lazio. Ne avrebbe fatto volentieri a meno, forse, di un derby a questo punto del campionato, ma il calendario lo ha inserito alla quarta giornata e allora il tecnico francese, evidentemente in accordo con i suoi giocatori, ha deciso di portarsi avanti con il lavoro. A quota 9, con tre vittorie di fila e la Lazio a meno 3 in classifica. Ma la posizione privilegiata non basta e visto che tra le tante doti messe in mostra fin qui da Garcia c’è quella della prudenza, mista a furbizia, ecco che lo studio dell’avversario diventa necessario. (…)
PROVA DEL NOVE – Come i punti in classifica. Tutti avevano indicato nel match di domenica pomeriggio il primo severo esame per la nuova Roma di Garcia, ma quasi nessuno poteva ipotizzare che la Roma ci sarebbe arrivata da prima della classe, ritrovata, lanciatissima, nuovamente convinta dei suoi mezzi e degli obiettivi da raggiungere. Favorita? Parola impronunciabile a Trigoria e in tutto il quadrante giallorosso della città. Sicuramente tutta la Roma dovrà alzare l’asticella. Livorno, Verona e Parma erano tre partite con un coefficiente di difficoltà non proprio insormontabile (anche se la classifica delle prime due, stessi punti della Lazio, starebbe ad indicarre il contrario). Il derby costringe la Roma a misurarsi su altezze maggiori sia per il valore tecnico dell’avversario, sia per tutte le implicazioni psicologiche che una partita del genere implica. Ricordate quando Ranieri lasciò negli spogliatoi Totti e De Rossi durante l’intervallo e vinse la partita? Insomma, il derby è derby, sfugge ai pronostici e alla logica. (…)