(G.D’Ubaldo) E così è andata come avevamo preannunciato. La Roma ha deciso di avvalersi delle prestazioni sportive di Francesco Totti fino a quando il capitano arriverà alla soglia dei quarant’anni. Gli ha riconosciuto un contratto di altri due anni da campione, non da bandiera. Totti arriva ad essere un esempio di longevità, non solo un calciatore dalla classe purissima. Con il suo impegno, la voglia di sacrificarsi, l’applicazione durante gli allenamenti, Francesco ha abbattuto i luoghi comuni, che sconfinano spesso anche fuori dal mondo del calcio, secondo i quali i romani non hanno voglia di impegnarsi. Lo diceva Carlos Bianchi, che aveva pensato di mandare Totti giovanissimo a fare esperienza alla Samp. Lo ripeteva spesso anche Capello, che durante gli allenamenti sferzava i romani chiedendogli di dare di più. Francesco Totti ha smentito anche Franco Baldini, che alla sua prima intervista da direttore generale della Roma lo definì pigro, scatenando un putiferio.
Totti ha battuto quasi tutti i record, ha subìto infortuni gravissimi, gioca ancora con una placca fissata sull’osso della gamba sinistra da dodici viti. Se non fosse stato animato da una feroce forza di volontà avrebbe già smesso, illanguidito dall’amore della famiglia e da un conto in banca da paura. Invece a 37 anni (tra sei giorni) è ancora il primo ad arrivare al mattino a Trigoria. I maligni dicono: facile, deve accompagnare i figli a scuola… Invece no, il calcio per Francesco è una ragione di vita. Quella che lo spinge a sopportare ancora i ritiri dopo venti anni, quella che ancora non lo fa dormire la notte prima del derby.
Pallotta solo per lui è voluto essere presente al momento della firma del contratto. E non è stato difficile trovare un punto di intesa, sono bastati pochi incontri per accontentarlo, soprattutto sulla durata del contratto. Perché Totti è un campione e un grande atleta. Altro che scansafatiche…