(M.Iaria) Federsupporter, assieme a Codacons e MyRoma, ha presentato un ricorso d’urgenza al Tar dell’Emilia Romagna contro la decisione dell’Osservatorio, applicata dal questore di Parma, di vietare la trasferta ai tifosi della Roma possessori della Away Card. Le speranze che l’istanza venga discussa prima della partita di lunedì sono quasi nulle ma, visto che il provvedimento è destinato ad essere prolungato, gli avvocati Vieri Paoletti e Pietro Ilardi vogliono portarsi avanti e tentare di «salvare» almeno la trasferta successiva dei giallorossi in campionato, quella del 25 contro la Sampdoria.
STRUMENTALIZZAZIONE Il caso è controverso perché dietro la determinazione del Viminale ci sono gli episodi di violenza (ultimo l’assalto al bus del Verona) registratisi da quando la Roma ha istituito la Away Card, intesa da una frangia di contestatori della tessera del tifoso come uno strumento alternativo, non imposto dall’alto ma adottato direttamente dal club. Insomma, una specie di lasciapassare per le gare fuori casa. Non è così. Dal punto di vista della sicurezza e dei controlli preventivi, la Away Card è la stessa cosa della tessera del tifoso. «Ciò che cambia, a parte l’assenza del codice Rfid, – spiega l’avvocato Ilardi – è la parte commerciale, che noi contestiamo da sempre. La Away Card non è una carta di credito, a differenza invece della tessera del tifoso». Nel 2011 il Consiglio di Stato, proprio su input di Codacons e Federsupporter, definì «pratica scorretta» l’abbinamento obbligatorio della tessera con le carte revolving. Ma alcune società continuano a far finta di nulla.
CONTATTO Ilardi entra nel merito della vicenda Away Card: «Almeno seimila tifosi giallorossi l’hanno sottoscritta pagando 20 euro per tre anni. Tra di essi c’è un 3-5% che va allo stadio per far casino, ma il restante 95% ha firmato un contratto lecito con la Roma e si è visto bloccare le trasferte di Livorno e Parma senza motivo. La sassaiola di Verona è avvenuta fuori dallo stadio e gli autori non sono stati identificati, mentre all’interno quei tifosi del Verona che hanno aggredito gli steward erano possessori della tessera del tifoso. Insomma, un controsenso. Federsupporter è in contatto con l’Osservatorio e ha un ottimo rapporto con Massucci, che sta facendo un lavoro stimato. Ma servono modifiche per superare alcune lacune».
NORMA UEFA Questa battaglia legale altro non è che un grimaldello per porre sul tavolo i disagi dei tifosi di tutta Italia, anche in termini di eccessiva burocrazia per l’accesso allo stadio. L’obiettivo finale è mettere le società con le spalle al muro. «Devono applicare la normativa Uefa che prevede la creazione dei supporter liaison officer , veri e propri dipartimenti all’interno dei club che facciano da trait d’union tra tifosi e società ed istituzioni per creare regole condivise, rispettarle ed espellere dallo stadio chi ci va solo per creare danni».