(M.Calabresi) – Sei anni, 2172 giorni, nove punti. Il 16 settembre ha portato ancora bene: quel giorno, del 2007, era domenica, si giocava a Reggio Calabria, la Roma vinse, e lo fece per la terza volta nelle prime tre partite. Palermo, Siena e Reggina con Spalletti; Livorno, Verona e Parma con Garcia. Non era mai successo, a parte le prime due giornate di quest’anno (dove comunque la Roma non era formalmente prima per differenza reti o minor numero di gol segnati), che la Roma americana fosse in testa alla classifica. Sempre formalmente, non lo è neanche ora (il Napoli ha segnato un gol in più),maal tifoso romanista frega poco.
Primato cittadino Prima la Roma, prima Roma. Certo, dividere uno scudetto tra due squadre della stessa città è utopia: un po’ come l’idea di calcio con cui Sabatini e Baldini si presentarono a Trigoria, o la possibilità che tra Lotito e i tifosi della Lazio scoppi la pace, a maggior ragione dopo lo striscione esposto domenica a curva vuota. Eppure, l’unione fa la forza. Per la prima volta al Gran Premio delle città sono iscritte cinque squadre, con la presenza contemporanea di due club di Milano, Torino, Roma, Genova e Verona. E Roma, dopo le prime tre curve, comanda: nove punti la Roma, sei la Lazio, 15 totali, quattro di vantaggio su Milano e Torino, complici pure i pareggi di sabato nel doppio incrocio tra San Siro e l’Olimpico piemontese.
Poche soddisfazioni In 86 anni di duopolio Roma-Lazio, di scudetti ne sono arrivati pochi: cinque, di cui due a distanza ravvicinata, con tanto di tricolore scucito dalla Roma di Capello alla Lazio di Eriksson. Roma città, invece, di scudetti nella storia della Serie A a girone unico (81 campionati) ne ha conquistati sei, sommando i punti delle due squadre, con le potenze del nord lontanissime (Milano 47, Torino 24, più quattro pari merito tra loro). In due di questi sei campionati, la Roma ha poi vinto lo scudetto (194142 e 20002001), in un altro ha trionfato la Lazio (19992000). Ma, in generale, in quei sei campionati la partenza era stata sempre in doppia cifra.
Precedente Mai, però, Roma era stata la città più prolifica alla fine e le romane a 15 punti dopo 270’. E mai la Roma con nove punti dopo tre partite, con due eccezioni: l’anno del primo (ma le vittorie valevano due punti) e quello del secondo scudetto, l’anno in cui a Parma andò al riposo sotto di un gol, subito sotto i tifosi romanisti, e rimontò sempre sotto quella curva. Quel 4 febbraio 2001 bastarono due gol, stavolta ne sono arrivati tre. Non succede spesso che le due romane partano bene assieme, ma una sola sì. Prendete lo scorso anno, per esempio: la Lazio dello sconosciuto Petkovic infilò tre successi spazzando via tutti i dubbi del precampionato, la Roma di Zeman si fermò a quattro punti. Tredici totali, che sarebbero stati 16 senza il suicidio giallorosso con il Bologna. Quest’anno, invece, possono sorridere entrambe, ma ora viene il bello. Se nel 2007, anno dell’ultimo tris romanista, il pareggio arrivò alla quarta (Roma-Juventus 22), nel 2000, sempre alla quarta giornata, la Lazio vinse (21 al Brescia) e la Roma perse (20 a Milano contro l’Inter). Petkovic dirà: dove si mette la firma?