(M.Graziano) Parla Pablo Osvaldo. E sono bordate. Senza isterismi comunque. Il ragazzo è tranquillo, non porta rancore, ma riguardo alla sua «fuga» in Inghilterra i paletti li pianta per bene, in profondità. «Non potevo più stare a Roma — dice il centravanti della Nazionale —, lo stesso club mi aveva fatto capire che dovevo andarmene. E d’altronde non puoi essere sereno quando ti vengono a minacciare con le scritte sotto casa. Cattiverie incredibili che non meritavo, non ho fatto nulla per essere contraccambiato con un simile trattamento. Certe cose non sono normali, e si fa davvero poco, tutti quanti, per evitarle. In ogni modo, con gran parte del mondo romanista ho conservato un buon rapporto, i compagni poi mi hanno sempre sostenuto. Il tifoso normale ha manifestato affetto nei miei confronti, al contrario di una minoranza che mi ha invece riempito di cattiverie e insulti. Rispetto chi mi rispetta, altrimenti no. Per qualcuno è sbagliato, non per me. In questo senso non mi pento di nulla». Un finale burrascoso a Roma, la lite via Twitter con il tecnico Aurelio Andreazzoli, poi la panchina nella finale di Coppa Italia nonostante le precarie condizioni di Destro, quindi la dolorosa sconfitta con la Lazio e la rabbiosa corsa nello spogliatoio, ignorando la premiazione ufficiale. Gesto, quest’ultimo, che gli costò la convocazione in Nazionale per la Confederations Cup. «Non mi ero accorto di quel che avevo combinato — racconta —. Ero arrabbiato, nello spogliatoio volevo spaccare tutto… Un gesto brutto, lo ammetto. Me ne sono reso conto quando era troppo tardi, ho capito l’errore quando ho visto rientrare i miei compagni».
GRAZIE PRANDELLI Ora Osvaldo vuole godersi solo il presente, Southampton e Nazionale: «Nessun esilio in Inghilterra, è stata una mia scelta. E poi, ripeto, non potevo più stare a Roma, ho preso la decisione migliore. Piano piano sto ritrovando la serenità, mi devo ancora adattare completamente alla Premier, in ogni modo mi aiuta molto il fatto di aver trovato immediatamente il giusto feeling sia con il tecnico (l’argentino Pochettino, ndr ) sia con i nuovi compagni. Il c.t. Prandelli? Devo soltanto ringraziarlo per le belle parole che spende sempre nei miei confronti. Mi inorgoglisce, non mi sono mai sentito fuori dal giro azzurro. E ora non vedo l’ora di conquistare la qualificazione al Mondiale in Brasile. Sono troppo felice di essere qui, è bello sentirsi di nuovo protagonista nel gruppo. Sono a completa disposizione del commissario tecnico e dei compagni». Domani, a Torino, farà coppia con Balotelli: «Gran bravo ragazzo e soprattutto grandissimo attaccante. È facile giocare con lui».