(M. Cecchini) Che Roma e Napoli non si amassero, lo si era capito chiaramente in estate, quando il presidente De Laurentiis aveva rivelato: «Lamela e Marquinhos inavvicinabili? Li ho trattati con Unicredit (partner di Pallotta, ndr), dove c’è un certo Fiorentino (il vicedirettore generale, ndr) che voleva darmi Osvaldo, io ho invece gli ho offerto 40 milioni per Marquinhos e Lamela».
SOFFERENZA Ma nonostante il precedente, l’attacco frontale del d.s. Sabatini ai partenopei ieri ha fatto scalpore. «Lamela è stato aggredito da una società italiana (a chi suggerisce il Napoli, fa sì con la testa, ndr) che gli ha fatto una proposta faraonica, da 3,5 milioni netti per 5 anni e una grassa commissione da 2 milioni per il padre. A quel punto abbiamo perso il giocatore, che non sarebbe stato più quello di prima. Erik è un bravo ragazzo e questa cosa l’ha sofferta. Tutte le persone intorno a lui hanno cominciato a spingerlo. Gli ho detto che la Roma poteva aumentare un po’ lo stipendio di 1,2 milioni, ma piuttosto che fare una battaglia improbabile da vincere, abbiamo deciso di accettare l’offerta del Tottenham, perché ho pensato di non poterlo recuperare. Nessun giocatore infelice scende bene in campo. Prima però mai avevamo pensato di cederlo. L’addio ci ha portato sofferenza. Detto che lo abbiamo dato quando eravamo sicuri di prendere Ljajic, se lo avessimo messo in vendita 40 giorni prima, Lamela sarebbe stato venduto a un prezzo più alto ».
LA SMENTITA La mamma dell’argentino ha twittato subito una risposta indignata, che ha riportato alla memoria un altro tweet, quello della fidanzata di Eric, che il giorno della presentazione della Roma – a cui Lamela non voleva partecipare – scrisse: «Che farsa». Da Napoli invece non giungono risposte ufficiali, ma una serie di battute feroci che ricordano le pingui provvigioni pagate spesso da Trigoria a faccendieri vari e il «ratto» di Nico Lopez al Nacional, per cui si mosse anche il governo uruguaiano. Il senso del messaggio è chiaro: quanta ipocrisia. E appuntamento al campo.