(V. Piccioni) – «Basta con restrizioni e complessità per andare allo stadio». Giovanni Malagòinterviene senza dare colpi al freno nel dibattito aperto dalla Gazzetta sulle complicazioni che si incontrano in Italia per andare alla partita. Il presidente del Coni non è equidistante, sceglie: e sceglie quegli interventi che hanno messo chiaramente in crisi l’intoccabilità del biglietto nominale. Dal presidente della Lega di B Andrea Abodi all’assessore allo sport del comune di Reggio Emilia, Mauro Del Bue (nella giunta fino a giugno diretta dal ministro Delrio, che ora ha anche la delega governativa allo sport).
Agguato “scientifico” Malagò, che ha parlato ai margini della presentazione dell’iniziativa «Facciamo squadra x arrivare prima!» lanciata da Don Antonio Mazzi, comincia dall’agguato al pullman del Verona, l’ennesima maledetta domenica intorno all’Olimpico. Racconta di aver parlato con alcuni dirigenti di polizia che gli hanno ricostruito l’accaduto:«Fa riflettere la scientificità della vicenda. C’è un’accidentalità che dire è imprevedibile è poco. Si deve far tesoro di questo. E si deve avviare una riflessione anche se la dinamica è fuori dalle tematiche della giustizia sportiva perché sono episodi che non sono accaduti all’interno dell’impianto. Ma non può essere che per due persone ci debba essere un’identificazione di un’intera comunità o di un’intera città. ».
Troppa burocrazia Poi, dalla vicenda di domenica sera Malagò plana verso il caso biglietti: «Bisogna far sì che in un paese civile chi vuole andare allo stadio con suo figlio non debba avere tutte le complessità burocratiche che esistono. Questo non vuol dire che dobbiamo tornare a non sapere chi entra negli stadi, ma tutte queste restrizioni e complessità devono finire». Malagò non forza i tempi, pone il problema, ma riconosce che l’operazione non potrà avvenire senza sacrosanti approfondimenti.
Legge sugli stadi Ma il capo del Coni in partenza per la sessione Cio di Buenos Aires, città dove il pallone genera spesso problemi anche gravissimi di ordine pubblico, non si astiene neanche dal giudizio sulla nascita della norma. Qui sceglie il beneficio del dubbio: «Il provvedimento è arrivato in un momento oggettivamente difficile». Ma il problema non è più quello di ieri, la questione riguarda il domani: «Non so se si è passati da un estremo all’altro, ma questa regola non può andare avanti all’infinito». Per Malagò c’è una strada che può portare al superamento del problema: «Con una nuova legge sugli impianti e con gli stadi nuovi, tutto questo automaticamente si risolverebbe».
Contatti istituzionali Insomma, il dibattito si allarga. Ora sarà interessante conoscere il parere del Governo e in particolare quello del ministero dell’Interno e delle forze di polizia. Il problema resta quello di aprire le porte degli stadi senza abbassare la guardia con i violenti. Ma è probabile che la questione sia ormai al centro di uno scambio di idee fra diverse istituzioni, sportive e non, per riuscire a costruire nuove regole.