(C.Zucchelli) I silenzi di Wenger, gli incoraggiamenti di Garcia. Il grigio di Londra, il sole di Roma. Gervinho sembra rinato dopo appena un mese in giallorosso e il merito, almeno stando a quello che scrive la stampa inglese, è tutto dell’ex allenatore del Lille. Personaggio timido e di poche parole Gervinho, di quelli che si imbarazzano davanti alle telecamere e ci mettono parecchio tempo prima di dare confidenza: a Trigoria tutti raccontano della sua educazione, del suo tono di voce così basso che a volte si fa fatica persino a sentirlo, del suo enorme lavoro sul fisico. La tecnica di base c’è, ma l’ivoriano non è un goleador e la colpa, pare, sia di quella eccessiva timidezza che davanti ai portieri avversari gli fa sbagliare gol semplicissimi.
LACRIME E GOL A Londra qualche gola profonda che lo vedeva allenarsi tanto e giocare poco coi Gunners, racconta di serate trascorse col morale a pezzi e qualche lacrima. Lui non conferma ma a Sunsport rivela che «non ero soddisfatto dei minuti che mi concedeva Wenger. Avevo bisogno di giocare per migliorare. L’allenatore non mi dava fiducia e non mi aiutava». Ecco perché appena ricevuta la chiamata di Garcia non ci ha pensato due volte a dire sì.
LA COMPILATION La scorsa settimana in Inghilterra è stata pubblicata su Youtube una galleria con tutti i suoi errori davanti al portiere e i fan inglesi hanno avvertito quelli italiani: «Non sa segnare», «Ha i piedi come ferri da stiro», «Corre e basta», sono stati alcuni dei commenti più perfidi comparsi per alcuni giorni sul profilo twitter del giocatore. Gervinho bene non c’è rimasto ma, timido com’è, su questo non ha detto una parola. Ora è in nazionale, ma Garcia lo aspetta a braccia aperte tanto che a Parma, visto che si gioca di lunedì, una maglia da titolare dovrebbe essere di nuovo sua.
I CONSIGLI I suoi uomini di fiducia a Trigoria sono Fichaux e Bompard, i vice di Garcia. Con loro rimane a lavorare su schemi e tecnica, si confronta sulla quotidianità e si fa consigliare. Prima di rilasciare interviste chiede un parere a una sua amica che è una sorta di ufficio stampa personale e ben conosce la sua timidezza. Solo una cosa, famiglia e musica rap a parte, lo rende felice: il calcio. Tanto che Garcia, ai tempi di Lille, disse: «Quando si sente amato in campo ti dà tutto il mondo. Vorrei averlo sempre con me». Visto che alla Roma ha fatto sborsare 8 milioni per prenderlo, i fatti hanno seguito le parole.