(F.Bianchi) Ricordate le prese in giro in rete e nelle radio del nuovo tecnico della Roma? La più gettonata giocava sul suo cognome. Beh, più che il sergente Garcia, monsieur Rudi sembra Zorro. Ha plasmato la Roma in un battibaleno. Solida, concreta, brillante, con un piglio da grande squadra. Senza cenni d’isteria e di amnesie, caratteristiche del recente passato. Squadra che sa aspettare con calma il momento per colpire. Non è un caso se segna sempre nel secondo round: 12 reti, tutte firmate dopo i primi 45 minuti. E con Benatia e Gervinho, siamo a nove marcatori diversi. Altro segno distintivo. Tutti coinvolti nel progetto del gol. Così monsieur Rudi «Zorro» Garcia ha portato la Roma in vetta al campionato da sola. Non succedeva dai tempi di Ranieri: aprile 2010. Guarda caso allora perse il primato e pure lo scudetto proprio contro la Samp di Delneri e Cassano. Le cose cambiano. Qui, battendo la discreta e pure un po’ sfortunata Samp, ha segnato il record di sempre delle vittorie di fila iniziali: 5. Cinque, come gli anni in cui la Roma non vinceva a casa Doria. Cinque, come le gare consecutive che Delio Rossi ha vinto contro la Roma, alla guida di Palermo, Fiorentina e Samp. Garcia più forte anche dei tabù. Sarà l’anno buono per la Roma? Vedremo. Le premesse ci sono tutte, qualità della rosa compresa.
SAMP, BUON AVVIO Il tecnico difatti si è permesso di lasciare in panchina per turn over Totti e Florenzi, e la versione 2.0 di Ljajic. Si è pure permesso di lasciare la Roma da sola, all’11’ del secondo round a gara ancora bloccata sullo 0-0, quando è stato espulso dal giovane arbitro Calvarese su segnalazione del quarto uomo per presunte proteste. Non si sono viste, perché Garcia è calmo come la sua squadra. E con serenità ha regalato un siparietto, uscendo da un cancello per salire le scale e accomodarsi in tribuna tra gli applausi del pubblico. La Samp intanto teneva botta. Messa in campo da Rossi per la prima volta quest’anno con un 4-4-2, concedeva pochi spazi e cercava di sfruttare le ripartenze. Sì, perché il pallino lo tenevano Pjanic e compagnia giocoliera. Che arrivavano spesso dalle parti di Da Costa. Ma senza impensierirlo troppo. Anche perché Borriello è stato imbalsamato da Mustafi. Anzi. A dirla tutta, nel primo round l’unica occasione pulita l’ha avuta la Sampdoria con una sgroppata di super Gabbiadini, che è andato via a Benatia e ha tirato una sassata costringendo De Sanctis alla prodezza. È successo appena la Roma ha perso Maicon per infortunio. Al suo posto, un Dodò pure lui rigenerato dalla cura Garcia. È stato, incredibile a dirsi, concreto e preciso.
CON TOTTI SCATTA LA ROMA La gara è stata bella e veloce, ma bisogna dire che a parte la chance del «Gabbia», i portieri se la son goduta senza sudore. Fino a quando è entrato Totti. Sarà un caso, ma col capitano al posto di un Marquinho assente, la Roma s’è messa a pedalare più decisa. E 3 minuti dopo il cambio è arrivato il vantaggio di Benatia che ha scambiato con Strootman è si è messo a fare il Messi: serpentina, resistenza allo sgambetto di Gastaldello e tiro nell’angolino in scivolata. Chapeau. La Samp ha accusato, come biasimarla? Fin lì il pareggio lo meritava eccome. Delio Rossi ha speso Pozzi per De Silvestri, cambiando sistema per aiutare Gabbiadini, sempre pericoloso ma poco assistito dall’inconsistenza di Sansone. Ma c’è stato poco da fare: difesa della Roma tosta come una roccia. E micidiale nel contropiede 3 contro 2 al tramonto della gara. Totti ha servito Gervinho, uno dei migliori, che ha chiuso la partita. Roma in fuga, Samp ai box.Ma per quello che s’è visto, ha i mezzi per recuperare terreno.