(C. Zucchelli) – Per la Roma è una bestia nera visto che le ultime volte che lo ha affrontato (cinque, divise tra Palermo, Lazio e Fiorentina) non ha mai vinto. Per Adem Ljajic è l’allenatore che lo ha aggredito e, quando viveva a Firenze, quasi gli toglieva il sonno. Per De Rossi è una persona che «si commenta da sola, imbarazzante, se io arrivassi così alla sua età mi preoccuperei ». Per Garcia, almeno per lui, Delio Rossi è semplicemente l’allenatore avversario di stasera. Servirà molto del suo essere fine psicologo per far sì che la Roma affronti la partita contro l’ex laziale, che una volta si tuffò nel fontanone del Gianicolo dopo un derby vinto e la scorsa stagione fece il dito medio a Burdisso, con la giusta serenità. La Samp, dopo la batosta contro il Genoa, davanti al suo pubblico si gioca punti e credibilità e Rossi, tecnico spesso sopra le righe, è uno che in partite del genere, sul filo del rasoio, riesce a dare il meglio di sé. Per questo Garcia è stato chiaro con la squadra e lo sarà anche oggi: «Non cadete in provocazioni».
Brutti ricordi Lo ha detto a tutti, ma il messaggio è arrivato forte e chiaro soprattutto ad Adem Ljajic. Il serbo potrebbe anche partire dalla panchina ma difficilmente, nell’arco dei 90 minuti, Garcia si priverà di lui. Fondamentale nell’aprire le difese avversarie, Ljajic cresce settimana dopo settimana sotto porta: nelle ultime 15 partite di campionato ha messo a segno 12 gol, mentre nelle precedenti 66 era arrivato appena a 5. Alla Sampdoria ha segnato lo scorso anno, sulla panchina doriana c’era già Rossi, l’uomo a cui sono legati i ricordi più brutti della sua storia italiana.
Niente vendetta La scorsa stagione ci fu tanto di suo nella vittoria della Fiorentina contro la Sampdoria: Ljajic segnò, regalò un assist ad Aquilani e fece espellere Gastaldello. Emblematica, in panchina, la faccia di Delio Rossi sconsolato. Se vendetta doveva essere, vendetta è stata. Adesso contro la squadra a cui Maicon ha segnato il primo gol in Serie A e contro cui Totti è andato a segno 14 volte, il serbo ha il dovere (ma anche il diritto, a 22 anni da compiere tra 4 giorni) di pensare solo alla Roma. Un amico che lo ha aiuta a farlo c’è e si chiama, appunto, Francesco Totti.
Amico è Il feeling tra i due è stato immediato, in campo duettano che è una meraviglia, a Trigoria il più giovane sta sempre accanto al più esperto. Lo segue, prova a imitarlo, si diverte a provare e riprovare con lui le giocate. E Totti, 15 anni in più, accanto a questo talento serbo arrivato con l’etichetta di bad boy ma che per ora riga dritto come un soldatino, sembra essere tornato indietro nel tempo. Una sorta di ritorno al futuro, dove per il passato, cioè Delio Rossi, non c’è più spazio.