(M.Cecchini) Se fosse possibile mettere in parallelo un qualsiasi filmato di Walter Sabatini in conferenza girato due anni fa con quello di ieri, notereste quasi una mutazione genetica. Il d.s. è stanco, farfuglia, a volte non capisce le domande, dimentica i nomi dei giocatori. Sembra malato, oppure uno che ha rinnegato il suo vangelo a causa della realtà e di un padrone attento ai conti. Ma vendere l’anima, a volte, fa perdere più di quanto si guadagna.
SVOLTA DERBY «Il mio tipo di calcio forse non era un sogno ma un’utopia. Comunque, anche se l’ho detto l’anno scorso e due anni fa, siamo sicuri di avere costruito una squadra competitiva. L’ obiettivo è arrivare in Champions. È una Roma forte, ma diversa. Prima pensavamo che il talento da solo bastasse per fare strada, ma abbiamo capito che la squadra non sarebbe mai decollata. Il derby del 26 maggio ci ha smascherati come inadeguati e abbiamo capito che ci voleva gente d’esperienza. Altrimenti al posto di Maicon, rispetto alla mia utopia, avrei preso Wallace, invece fortunatamente sono stato costretto a prendere Maicon con il quale abbiamo fatto un patto d’onore sui comportamenti».
BILANCI IN ROSSO Se su Lamela ne parliamo a fianco, non c’è dubbio che i conti hanno orientato le sue scelte. «Siamo troppo tristi per celebrare, ma se compri un ragazzo a 4,5 milioni e lo vendi a 31 devi comunque stappare lo spumante, ma il mio stato d’animo è di piombo. Abbiamo venduto un brandello di futuro, anche se non il futuro. Abbiamo ancora tanti giovani bravi, da Strootman a Destro, a Ljajic, che ha una clausola di rescissione importante (30 milioni, ndr) fino a Dodò, in cui ormai credo solo io. Dove troveremo le risorse per il futuro? Dipenderà dal risultato finale. La Roma ha una perdita di 30 milioni l’anno che va ripianata, perché il rapporto costi-ricavi è sbagliato. Se il bilancio sarà quello, o dovremo vendere o la proprietà risanerà. La società mi ha consegnato un numero entro il quale lavorare. ma non saremo una società venditrice come l’Udinese, noi lavoriamo per la competitività. Questo non significa che il mercato non ci consiglierà magari l’anno prossimo di vendere Pjanic avendo però già individuato qualcuno bravo come lui e costi meno. Col giocatore, infatti, dobbiamo sistemare beghe contrattuali. Il monte ingaggi infatti è un problema, siamo andati più su rispetto a un anno fa. Volevamo abbassarlo e non ci siamo riusciti. Ma si può creare una grande squadra anche senza ingaggi top.».
BORRIELLO & OSVALDO Detto che Sabatini è conquistato da Garcia perché «ama la squadra», si parla di Borriello. «È ancora un problema perché sa giocare, ma non trova una collocazione a causa di come si pone e degli allenatori. Comunque si è offerto di spalmare l’ingaggio per sentirsi più tranquillo con la piazza. Osvaldo? Non ha mai fatto cose gravi, ma ne ha fatte tante, sempre lui. Si è messo dentro un tunnel dal quale non usciva più, comunque è fortissimo: ha segnato 28 gol in 56 partite. Baldini? Sul mercato è stato leale, ma senza di lui mi sento molto più libero di lavorare. È un amico con il quale ho condiviso e a volte ho sopportato delle decisioni». I titoli di coda sono su passato e futuro. A margine della conferenza Sabatini parla di un suo possibile erede, Corvino. «Eccellente professionista, è più bravo di me». E questo ci riporta a pochi minuti prima. «Ho rinnovato prima del derby del 26 maggio. Ma se non avessi firmato, forse sarebbe cambiato qualcosa…». E forse sarebbe stato più felice.