(M. Liguori) – Tutti all’Olimpico, la Roma chiama. E venuto il momento di guardare in faccia e da vicino la squadra che ci dovrebbe entusiasmare, o almeno farci sognare un riscatto. All’Olimpico, in una finale di Coppa Italia, è rimasto un pezzo del nostro cuore. Su questo stesso prato, oggi dobbiamo ritrovare il filo di una passione che non può finire. Non si scappa: o la Roma fa la Roma, oppure per tanti di noi la perdita sarà grande, concreta, palpabile. Oggi si fa il punto su tutto, gioco e mercato. Anche se, naturalmente, non tutto è ancora a posto e non possiamo aspettarci molto di diverso da quanto abbiamo visto a Livorno.
Lì però abbiamo visto che l’impegno della squadra c’è e il lavoro dell’allenatore e del suo staff è stato forte e importante. Abbiamo visto movimenti in attacco profondi, simili a quelli di Zeman. Ma anche una ottima copertura in difesa. Abbiamo visto i tre romani in testa al gruppo, feriti come noi e reattivi come vogliamo. De Rossi, Florenzi e Totti (il Capitano, come al solito, su tutti), hanno dato un segnale che dobbiamo raccogliere. Nessuno in Serie A ha un simile patrimonio di campioni nativi e tifosi.
De Rossi, dopo il colpo di Livorno ne ha fatto un altro: ha mantenuto la parola e resta con Garcia in giallorosso. Onore a lui. Florenzi ha imboccato una strada che lo può portare, lui davvero, a diventare Capitan Futuro, viste le condizioni e la longevità di Totti. E i nuovi acquisti, tutti da vedere, sono molto buoni sulla carta. Abbiamo venduto tre pezzi pregiati, ma altri quattro (o cinque) sono arrivati. Se altri vengono celebrati per questo (vedi Napoli), non si capisce perché alla Roma non viene riconosciuto il merito di volerci provare. Il nostro mercato dipende dalla gestione futura e il nostro umore da quello che vedremo in campo. Il Verona ha stupito alla prima, ci piacerebbe fulminarli oggi. Al netto di Luca Toni.