(M. Bianchini) – Una città in festa. I colori d’autunno si vestono di giallorosso. Forse mai tanta passione ha conquistato l’animo dei tifosi romanisti. Dopo i sospiri dell’attesa, sono tornate le dolci notti insonni, quando il soffitto della stanza diventa uno schermo immaginario. Scorrono i freschi ricordi dell’incedere fin dal primo tocco di palla, mentre speranze e curiosità si affacciavano sul campionato. Unica certezza, l’infinito Francesco Totti, sentinella immarcescibile di tante avventure in compagnia del vice De Rossi. Poi si è scoperto il generale Garcia con la scucchia impunita che urlò subito alla truppa: “ragazzi, io non ci sto a perdere, anzi mi piace solo vincere”.
Quei suoi occhi fulminanti hanno risvegliato l’orgoglio di una squadra maltratta da eventi alterni, ma che non riusciva a trovare una sua identità.Ogni partita nascondeva un’angoscia. Il generale ha restituito tranquillità alla gente e nuove consapevolezze a vecchi e nuovi campioni. Maicon è tornato a correre come ai tempi delle scorazzate ventenni, Balzaretti piange di felicità bucando i biancocelesti e beandosi dei forti garretti ritrovati. Difesa e centro campo? Il paradiso del calcio trasferito in terra dove si muovono con il tocco degli angeli, Benatia, Castan, Pianic, Strootman , protetti alle spalle dal veterano De Sanctis che respinge i proiettili del nemico. E che dire del furetto Florenzi e del fulmine nero Gervinho? Non sarà difficile unirsi stabilmente al drappello a Ljajic, Jedvai e al ben tornato presto Mattia Destro.
Classifica e gioco sembrano procedere al’unisono facendo ingiallire d’invidia chi riamane costretto a guardare. L’imprevedibilità del gioco del calcio consiglierebbe prudenza. E così sta facendo il popolo giallorosso, composto ma edotto di poter contare su una grande squadra. Si marcerà con un passo alla volta come i vecchi alpini che procedono lentamente verso la vetta. Va bene parlare di questa Roma che incanta, ma oggi è un giorno speciale che richiama altri pensieri. Trentasette anni fa qualcuno decise in cielo di regalarci un poeta del calcio e un custode infinito dei colori giallorossi. Siamo tutti intorno alla culla di Francesco Totti, bambino dei sogni che ogni madre vorrebbe che rimanesse vivo e forte a correre sui prati della gioventù. Totti non ha tradito l’auspicio. Auguri Capitano!!!