(D.Galli) C’è chi dice no. C’è chi si oppone al parere, che poi in realtà è una decisione, dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive di vietare la trasferta di Parma ai titolari dell’As Roma Club Away. Federsupporter, MyRoma e Codacons hanno fatto ricorso d’urgenza al Tar dell’Emilia Romagna. Che le associazioni a difesa dei tifosi-consumatori fossero sul piede di guerra si sapeva. Subito dopo la sospensione della Away per Livorno-Roma, prima giornata di campionato, MyRoma, l’azionariato popolare giallorosso, aveva minacciato un’azione legale di massa, una class action, per tutelare i 6500 romanisti che avevano sottoscritto la carta. L’ultima determinazione dell’Osservatorio, nella sostanza una replica di quella pubblicata per Livorno-Roma, ha convinto Federsupporter a rompere gli indugi. Il ricorso, d’urgenza perché Parma-Roma si gioca tra appena sei giorni, è stato curato da un noto amministrativista come l’avvocato Vieri Proietti e dal fresco vicepresidente di Federsupporter, l’avvocato Pietro Ilardi. La distanza troppo breve dall’incontro fa assumere al ricorso un carattere “politico”, più che giuridico.
È proprio Ilardi a chiarire le ragioni di quello che, più che altro, vuole porsi come uno stimolo per l’Osservatorio e per le stesse società di calcio. «L’obiettivo – spiega a “Il Romanista” – non è favorire chi va in trasferta per fare “casino”, ma rimediare a una situazione di illegittimità. Perché sta passando il concetto che è meglio svuotare le strade per evitare che la gente passi col semaforo rosso». Secondo Ilardi, il Viminale sta sbagliando «metodologia». Dice: «La Away vale la Privilege (la tessera del tifoso doc, chiaramente quello romanista, ndr). Agli effetti della sicurezza sono la stessa cosa. Senza contare che chi ha ricevuto un Daspo già adesso non può entrare in uno stadio». Quindi – questo è il punto per Federsupporter, ma anche per MyRoma e quasi certamente per il Codacons – che senso aveva consentire la trasferta a Parma solo ai titolari della Privilege? Il ricorso a triplice firma mira a sottolineare l’illogicità, oltre che l’illegittimità, del provvedimento di un Osservatorio che, ricorda Ilardi, «è un organo con funzioni consultive che non dovrebbe prescindere da un ampio e costruttivo confronto con le società e con la gran parte della tifoseria, sana ed appassionata».
Per Ilardi c’è una discriminazione di fondo alla base di una determinazione come quella che vieta il Tardini a non tesserati romanisti: «Vorrei ricordare infatti che i veronesi che hanno aggredito gli steward all’Olimpico prima di Roma-Verona erano tesserati. Eppure per la tifoseria gialloblù non è stato adottato alcun provvedimento…». In comune con l’Osservatorio, Ilardi ha un obiettivo. «Vogliamo invogliare la nascita di autentici dipartimenti del tifo, strutture imposte dalla Uefa ma che in Serie A non sono effettive e che, comunque, non operano come tali». Strutture che abbiano davvero a cuore il tifoso, che lo seguano in trasferta, che gli permettano un’interazione costante col club. Alfredo Parisi, Presidente di Federsupporter, ha già manifestato all’Osservatorio l’esigenza di un incontro. Forse, è proprio di questo che parlerà l’Osservatorio con la Roma stessa. Lo scopo – lo ha detto il vicepresidente operativo Roberto Massucci a “Rete Sport” durante “La Domenica del romanista” – è trovare una soluzione condivisa per evitare un altro divieto. E sicuramente un altro ricorso.