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IL ROMANISTA Il salto della Quagliarella

Fabio Quagliarella

(V.Meta) Molto rumore per nulla. Finisce in un nulla di fatto il vorticoso valzer di attaccanti che fino all’ultimo ha tenuto banco fra Roma, Genoa e Juventus: Marco Borriello resta in giallorosso, Gilardino non si muove da Genova, la Juve si tiene Quagliarella. A far saltare il giro, la differenza di ingaggi fra Gilardino e Borriello (1,8 milioni il primo, 4 comprensivi di bonus il secondo), che Preziosi avrebbe voluto colmare con l’aiuto della Roma: il presidente del Genoa voleva un contributo sull’ingaggio per riprendere il centravanti in prestito, Sabatini e Fenucci non hanno voluto sentire ragioni e a sbloccare la situazione non è bastata nemmeno la cena con Beppe Bozzo, agente sia di Gilardino sia di Quagliarella, e poi con Cavalleri, che fino a pochi minuti dalle 23 sembrava tenere la trattativa aperta.

Il nodo che i dirigenti non sono riusciti a sciogliere era quello relativo alla formula con cui la Roma avrebbe preso Quagliarella: Sabatini chiedeva un prestito, la Juve voleva cederlo a titolo definitivo e alla fine si è parlato pure di un veto da parte di Antonio Conte che si sarebbe opposto alla cessione dell’attaccante. L’ultimo tentativo il ds l’ha fatto per lo scambio Borriello-Gilardino, ma nemmeno quello è andato a buon fine. È finita così con un nulla di fatto una giornata estenuante, cominciata con un certo ottimismo dopo che nel pomeriggio di domenica si era venuto delineando il giro che avrebbe dovuto mandare ogni tessera al suo posto, con Borriello di ritorno a Genova, Gilardino alla Juve e Quagliarella, sfumate le piste estere, che avrebbe dovuto accasarsi a Roma.

Fino a metà pomeriggio si parlava di dettagli da limare, i colloqui proseguivano e le parti sembravano prossime all’accordo. A un certo punto pareva che per lo juventino si fosse inserita anche la Lazio, nel momento in cui, a poche ore dalla chiusura, era sfumato l’acquisto di Yilmaz. In serata l’improvvisa frenata, con la Juventus che a un’ora dalla chiusura si chiama fuori, lasciando che al tavolo delle trattative (letteralmente, visto che il colloquio si è svolto in un ristorante di Milano) rimanessero soltanto Roma e Genoa. «È complicato, ma ci proveremo fino alle 22.30» aveva detto Bozzo uscendo dell’Ata Hotel verso l’ora di cena.

Alle 22.28, con Quagliarella bloccato alla Juve (una decina di minuti più tardi Paratici chiudeva il discorso lasciando l’Ata Hotel), in discussione restava lo scambio Gilardino-Borriello e la questione da risolvere era sempre la stessa, quella che da mesi teneva in stallo un affare che se fosse dipeso solo dalla volontà dei giocatori, si sarebbe chiuso già un paio di mesi fa,anche se poi il romanista non è mai stato disposto a farsi ridurre l’ingaggio, al punto che nei giorni scorsi si era parlato di un’ipotesi di spalmatura pluriennale. Preziosi da parte sua ha sempre detto che non poteva pagare tutti e quattro i milioni che il giocatore guadagna e fino all’ultimo Genoa e Roma hanno cercato di trovare una soluzione per far quadrare i conti e soddisfare tutti. Niente da fare. Il giro di valzer ha lasciato ciascun ballerino al suo posto. 

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